Aurelio Angelini, presidente della Commissione Via/Vas: "Abbiamo argomentato i motivi del diniego, ci sono importanti impatti ambientali".
Riflettori puntati sul progetto di ampliamento della discarica di Lentini. Sicula Trasporti – azienda in amministrazione giudiziaria in seguito all’inchiesta “Mazzetta Sicula” che ha portato all’arresto dei fratelli Leonardi – ha presentato un progetto per un impianto da 4,5 milioni di metri cubi in cui conferire di tutto: dall’indifferenziata urbana ai rifiuti chimici e industriali, dal cemento ai fanghi derivati dal trattamento delle acque reflue, dalle frazioni oggetto di raccolta differenziata alle ceneri derivanti dalla termovalorizzazione.
Un impianto valutato negativamente dalla Commissione Via/Vas in quanto potrebbe comportare un impatto negativo significativo per l’ambiente idrico circostante e per la falda che si trova sotto il territorio dell’impianto. Questo documento giace sulla scrivania dell’assessore al Territorio e ambiente, Elena Pagana, da fine novembre. Eppure, ancora non è stato varato. Atto fondamentale per rendere il parere definitivo ed evitare che la politica si pieghi ancora una volta in Sicilia ai signori delle discariche che con questo progetto potrebbero arrivare a fatturare 1,2 miliardi di euro.
L’ampliamento bocciato
“Quello che avevamo da dire su quell’impianto – spiega al QdS Aurelio Angelini, presidente della Commissione Via/Vas – lo abbiamo detto in un parere di 90 pagine in cui sono argomentati tutti i motivi del diniego. Secondo la nostra valutazione è un impianto incompatibile con le norme di legge e per gli effetti ambientali che produrrebbe. Adesso la parola spetta all’autorità politica che può decidere di vararlo o può decidere di fare diversamente”. I motivi di questo diniego sono effettivamente tanti, dalla vicinanza a siti sottoposti a tutela ambientale dall’Unione europea come la foce del fiume Simeto, il lago Gornalunga e il Biviere di Lentini e la vicinanza ai centri abitati di Fontanarossa, a Catania, e alla contrada Bonvicino di Lentini.
Facendo solo un esempio, il comprensorio di discariche in contrada Grotte San Giorgio disterebbe solo 1,65 chilometri dalla scuola elementare “Fontanarossa”, in cui già nel 2018 sono stati rilevati dall’Arpa fenomeni di molestie olfattive sussistenti di grave entità.
Angelini: “Le risposte politiche le deve dare chi governa”
“Noi – continua Angelini – non facciamo valutazioni politiche: non ci facciamo condizionare né dal decisore politico e neanche dai cittadini che si mobilitano contro un impianto. Noi valutiamo i fatti per come sono. Le risposte politiche le deve dare chi governa”.
Risposte che si attendono da novembre e che non sono ancora arrivate. Un temporeggiamento in cui si potrebbe scorgere una certa titubanza sul varare o meno il parere, ma che siamo certi sia dovuto semplicemente all’imponente lavoro che svolge l’assessorato. D’altronde come si potrebbe temporeggiare quando si legge un documento in cui viene bocciata una discarica perché, tra le altre cose, metterebbe a rischio la falda acquifera sottostante in cui dal 2009 al 2011 sono stati rilevati dall’Arpa livelli di benzene, alluminio, arsenico, piombo sopra i limiti di legge. Tutto questo a distanza di 0,2 chilometri dalla contrada Bonvicino, destinata catastalmente a verde agricolo.
Altra criticità del progetto di ampliamento della discarica più grande della Sicilia è la non compatibilità con il piano d’ambito della Srr Siracusa. Secondo la norma attualmente in vigore, infatti, il ciclo dei rifiuti (dalla raccolta allo smaltimento) deve avvenire solo all’interno dell’ambito in cui ricade l’impianto. Di conseguenza nella discarica della Sicula Trasporti dovrebbero essere smaltiti solo i rifiuti del siracusano.
Ma l’enorme volume del progetto di ampliamento della discarica supera di gran lunga il fabbisogno della Srr di Siracusa. Tutti questi punti critici del progetto erano già stati rilevati dalla Commissione guidata da Aurelio Angelini a marzo di quest’anno. Criticità per cui, va detto, la Sicula Trasporti ha presentato osservazioni e controdeduzioni che però non sono state abbastanza convincenti per far cambiare l’esito del parere.