CATANIA – “Avremo modo di fornire alla Magistratura contabile puntualmente e rapidamente ogni elemento utile a dimostrare la piena correttezza dei comportamenti della mia Giunta”.
Lo ha detto l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco dopo che la Procura regionale della Corte dei conti ha chiesto alla Sezione giurisdizionale siciliana nei confronti suoi, della sua giunta e del collegio dei revisori di conti del tempo, la misura interdittiva legale per dieci anni e la sanzione di un milione e duecentomila euro in favore del Comune.
Per tutti l’accusa è quella di “aver contribuito al verificarsi del dissesto finanziario” dell’Ente.
Il ricorso verrà discusso in un’udienza fissata per il prossimo 23 luglio a Palermo.
“Ricordo – ha sottolineato Bianco – che il Comune di Catania aveva dichiarato il predissesto nel 2012 sotto l’amministrazione Stancanelli per indebitamenti della precedente amministrazione“.
Dall’attività istruttoria, sottolinea in una nota la Procura, è “emerso, non solo l’omissione delle iniziative necessarie a fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria in cui versava il Comune di Catania, ma anche una perdurante mala gestio nonché la palese e cosciente violazione dei principi di veridicità, attendibilità e universalità del bilancio, tutte cause che hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell’Ente”.
Gli assessori coinvolti sono Luigi Bosco, Rosario D’Agata, Fiorentino Trojano, Giuseppe Girlando, Orazio Licandro, Angela Mazzola, Salvo Di Salvo, Marco Consoli Magnano San Lio, Angelo Villari, Valentina Scialfa Chinnici, Agatino Lombardo, e Salvatore Andò.
I revisori sono Natale Strano, Calogero Cittadino, Fabio Sciuto, Francesco Battaglia, Massimiliano Carmelo Lo Certo.
Secondo la Procura contabile è “emerso dall’istruttoria un grave scostamento del loro operato dalle norme e dai principi contabili vigenti, nonché dai delicati compiti funzionali assegnati dalla legge all’organo di controllo”.
“Ricordo che per cinque anni – ha spiegato Enzo Bianco – abbiamo, con grandi sacrifici della comunità, evitato il dissesto, che sarebbe stato pagato dai creditori del Comune”.
“Ricordo – ha aggiunto – che , a parità di criteri contabili, il deficit del Comune non è cresciuto. Anzi. E sono false le affermazioni di segno diverso. Forniremo alla Corte prestissimo ogni utile elemento”.
“La stessa Corte – ha affermato – ci ha dato atto della efficacia delle azioni che abbiamo avviato in campo -per esempio – di spese del personale, di costi degli organi politici, di fitti passivi”.
“C’è in me amarezza – ha concluso Bianco – ma la piena consapevolezza dell’aver operato correttamente“.
Anche la Procura di Catania chiede il giudizio
Anche la Procura distrettuale di Catania, dopo avere chiuso le indagini nello scorso novembre sul dissesto economico del Comune del capoluogo etneo, ha chiesto il rinvio a giudizio, per falso ideologico, di quasi tutti gli indagati.
Tra loro l’ex sindaco Enzo Bianco, parte della sua ex giunta e del collegio dei revisori dei conti in carica tra il 2013 e il 2018, oltre a dirigenti dell’Ente.
L’inchiesta si basa su indagini del nucleo Pef della Guardia di finanza di Catania.
Tra le contestazioni mosse dalla Procura l’avere messo in bilancio previsioni di entrate non fondate, che l’accusa ritiene incoerenti e spropositate rispetto alle annualità precedenti, l’avere fatto previsioni di spesa sottostimate e l’avere omesso dolosamente l’iscrizione in bilancio di somme sufficienti a finanziare i debiti fuori bilancio maturati negli esercizi precedenti.
L’esercizio dell’azione penale nei confronti degli imputati è stata comunicata anche alla Corte dei conti.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata deposita nella segreteria della presidenza del Gip di Catania.

