L’Italia è fragile. E come tutti i soggetti fragili ha bisogno di cure e prevenzione, per evitare poi di correre ai ripari e inseguire le emergenze. La ricetta che arriva dalla presentazione dell’ultimo rapporto Ispra – l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – contiene la ricetta di sempre, la stessa che però per motivi diversi fatica ancora oggi a essere presa con la dovuta serietà. Salvo poi ricordarsi – a calamità avvenute – delle numerosissime condizioni di rischio sul fronte idrogeologico che mettono a repentaglio l’incolumità degli abitanti ma anche del patrimonio naturale e culturale del Paese.
Il rapporto 2025 attualizza la situazione nelle venti regione del Paese prendendo come dati più recenti quelli dell’anno passato. “Fornisce – si legge nella parte introduttiva – il quadro conoscitivo di riferimento su frane, alluvioni, valanghe ed erosione costiera e sugli indicatori di rischio per l’intero territorio nazionale, rappresentando un importante strumento a supporto delle decisioni nell’ambito delle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico”.
Al ruolo che spetta la politica ha fatto riferimento la viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetiva Vannia Gava, sottolineando…

