In Sicilia i distretti del cibo hanno grandi progetti, ma non hanno sostegno economico adeguato per investire
In Sicilia i distretti del cibo hanno grandi progetti, ma non hanno sostegno economico adeguato per investire. Sono 4 i programmi ammessi a finanziamento presentati da: Bio Distretto Borghi Sicani, Distretto del cibo sud est siciliano, Rete Cibo Sicilia e Distretto Bio Slow Pane e Olio, per un totale complessivo di 78 soggetti, tra imprenditori agricoli, società agricole o consorzi aderenti.
Gli investimenti ammessi a contribuzione ammontano a oltre 54 milioni di euro per un contributo in conto capitale ammissibile di quasi 21 milioni.
Distretti del cibo, servono 8 milioni di euro
La commissione Attività produttive dell’Ars ha approvato una risoluzione presentata dopo l’audizione richiesta da Angela Foti, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, parlamentare di Attiva Sicilia. Il tema era in agenda questa settimana tra i lavori delle commissioni (Qui l’agenda della settimana).
Il documento impegna il governo regionale a cofinanziare i programmi presentati dai quattro dei sette distretti del cibo siciliani. In totale, servono quasi 8,3 milioni di euro per il raggiungimento della soglia massima consentita.
Ars, Foti (Attiva Sicilia): La Regione trovi le risorse
“Il settore agricolo e le nostre filiere produttive – afferma Angela Foti – sono state particolarmente colpite, prima dalla grave situazione sanitaria e, successivamente, dal rincaro dei costi derivanti dall’energia e dell’aumento delle materie prime”. E continua: “Un comparto che rappresenta uno dei settori produttivi trainanti dell’economia siciliana: la messa in opera dei programmi di investimento costituirebbe un volano economico e un effetto moltiplicatore indispensabile per lo sviluppo occupazionale e sociale del nostro territorio”.
Per la vicepresidente dell’Ars: “diventa fondamentale che il governo regionale colmi questo gap nei finanziamenti e dia tutto il sostegno possibile ai Distretti del cibo, dato che il Ministero dell’agricoltura ha ribaltato sui beneficiari un impegno economico non indifferente”. Conclude Foti: “Il lavoro non è finito, dopo l’atto politico è chiaro che il dipartimento alla Programmazione dovrà individuare le risorse utili alla compartecipazione, per questo continueremo a seguire questa delicata interlocuzione col Ministero, i distretti e lo stesso dipartimento alla Programmazione”.