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Documento programmatico contro le Ica flagello in Europa e soprattutto in Italia

redazione

Documento programmatico contro le Ica flagello in Europa e soprattutto in Italia

mercoledì 05 Giugno 2019

Collaborazione tra politica, operatori della sanità e aziende private per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza

in collaborazione con ITALPRESS

ROMA – Nasce dalla collaborazione tra politica, sanità e aziende il documento programmatico che si propone di prevenire il 30% delle infezioni correlate all’assistenza. Un flagello che, secondo i dati forniti dallo European centre for disease prevention and control (Ecdc), avrebbe causato lo scorso anno in Italia 7.800 decessi, con una probabilità di contrarre infezioni durante un ricovero ospedaliero del 6%.

Si tratta di 530 mila casi ogni anno: dati che pongono il nostro Paese all’ultimo posto in Europa. A conferma di questo scenario, gli ultimi dati forniti dal Rapporto Osservasalute 2018, che testimoniano come in 13 anni sia raddoppiata la mortalità sepsi-correlata passando da 18.668 decessi del 2003 a 49.301 del 2016.

Per accendere i riflettori su questo tema, il 23 maggio scorso, su iniziativa di Motore Sanità, con il patrocinio di Senato della Repubblica, Conferenza delle Regioni e Province autonome, Fimmg, Istituto superiore di Sanità e Sifo e con il contributo incondizionato di 3M si è svolto nei locali della Biblioteca del Senato l’evento “Focus sulla prevenzione delle infezioni ospedaliere”.

Il documento programmatico, eredità materiale di questo incontro, vuole essere punto di riferimento per fornire alle istituzioni una guida per affrontare il tema. Sorveglianza e controllo sono le due parole chiave protagoniste del documento insieme all’attuazione delle buone pratiche, ovvero l’adozione di alcuni semplici ma fondamentali passaggi. A partire dalla più nota pratica del lavaggio delle mani, ma non solo.

“Il fenomeno delle infezioni ospedaliere o durante l’assistenza sanitaria e sociosanitaria – ha dichiarato Antonio De Poli, questore Senato della Repubblica – è senza dubbio importante e non va sottovalutato. Il 30% delle infezioni si possono prevenire. Bisogna agire concretamente attraverso un piano strategico di prevenzione di valenza nazionale e un programma di vigilanza omogeneo da Nord a Sud in modo tale da poter controllare il fenomeno”.

“Siamo orgogliosi di sostenere questa iniziativa – ha spiegato Paolo Capelli, marketing, scientific affairs & market access manager 3M Italia – che rappresenta una preziosa occasione di confronto tra importanti attori del mondo politico e sanitario del nostro Paese. La lotta alle infezioni correlate all’assistenza e l’emergenza sanitaria legata all’antibiotico resistenza sono i temi su cui abbiamo focalizzato il nostro impegno, anche attraverso il lancio della nostra Campagna ‘Ospedale senza infezioni’. Siamo convinti che, come azienda, il nostro contributo non debba limitarsi nel rendere disponibili tecnologie avanzate ma andare oltre, offrendo ai nostri partner consulenza, formazione e supporto per mettere in atto le buone pratiche che contribuiranno a ridurre gli eventi avversi correlati alle infezioni ospedaliere. Come emerso dal recentissimo rapporto Osservasalute 2018, sono 49.300 i decessi per infezioni ospedaliere in Italia, un numero inaccettabile”.

“Alcuni dati recentemente rilevati – ha sottolineato Mariella Mainolfi, direzione comunicazione e informazione del ministero della Salute – confermano la gravità del fenomeno e l’importanza delle azioni di prevenzione. Le infezioni da germi multiresistenti in Europa sono 670.000 l’anno, solo in Italia 200.000. I morti per infezioni da germi resistenti agli antibiotici sono oltre 10.000 l’anno in Italia su un totale di 30.000 in Europa. Gli interventi di controllo e prevenzione delle Ica possono ridurre queste infezioni del 30%”.

Il 30% in meno di infezioni ridurrebbe non solo i costi in termini di vite umane, infatti si potrebbero risparmiare oltre 2 miliardi di euro in tutta Europa. “La prevalenza delle Ica in Italia – ha affermato Alberto Firenze, presidente nazionale Associazione Hospital & clinical risk managers – si aggira intorno al 6% costituendo un problema rilevante che causa più vittime degli incidenti stradali: oltre 7.800 decessi contro 3.419 vittime della strada. I costi di trattamento di una singola infezione vanno dai 5 ai 9 mila euro e in Europa il costo annuale delle Ica è stimato attorno ai 7 miliardi di euro. Le infezioni correlate all’assistenza, infatti, oltre ad avere un costo elevatissimo in termini di vite umane comportano anche un dispendio enorme di denaro da parte del Sistema sanitario nazionale”.

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