Chi dice donna dice tanto

Una donna a capo di Confagricoltura “Incoraggiare l’impresa femminile”

PALERMO – “Assumo con orgoglio e determinazione questo incarico. È una grande sfida dare risposte adeguate alle imprese in questo momento delicato, ma sono convinta che insieme potremo farcela” – a dirlo il neo direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, intervistata per il QdS.

Quarantasette anni, siciliana, sposata e madre di due bambini, laureata con lode in Scienze Politiche e con un dottorato di ricerca in Diritto amministrativo, Barrile ha una solida esperienza nell’ambito delle relazioni istituzionali a livello nazionale ed internazionale. È la prima donna DG della storia di Confagricoltura.

Dopo aver collaborato con Deloitte Consulting, si è affermata all’interno del Gruppo Finmeccanica (oggi Leonardo) ricoprendo nella holding e nelle controllate Alenia Aeronautica e Telespazio i ruoli di Responsabile delle relazioni internazionali e Responsabile delle relazioni istituzionali. È stata Deputy CEO Italia del Gruppo EADS (oggi Airbus Group).

Dottoressa Barrile, lei è la prima donna DG della storia di Confagricoltura. Qual è stato il percorso che l’ha portata ad ottenere questo prestigioso incarico?

“Provengo da un percorso da dirigente d’impresa, nelle relazioni istituzionali. Credo che il Presidente di Confagricoltura e la Giunta nazionale, che hanno voluto affidarmi questo ruolo, abbiano considerato questa esperienza preziosa per le sfide che l’associazione dovrà affrontare in questo delicato momento storico”.

Quali sono i provvedimenti necessari per accompagnare al successo le imprese italiane?

“Bisogna innanzitutto sostenerle in questo momento di grande difficoltà con provvedimenti di contrasto al caro prezzi di energia e materie prime. Penso, innanzitutto, alla proroga del credito d’imposta per il gasolio agricolo, e a misure emergenziali per garantire l’irrigazione delle colture. Nel medio periodo occorrerà proseguire, con il PNRR, sulla strada della digitalizzazione delle imprese agricole per garantirne la sostenibilità economica, sociale e ambientale”.

Il mondo dell’agricoltura è un mondo fatto di pari opportunità o anche qui le donne soffrono di stereotipi?

“Le donne sono al vertice di aziende agricole di grande successo ma rimane ancora forte l’idea che si tratti di un mestiere da uomini”.

La Sicilia vanta il maggior numero di imprese agricole condotte al femminile ma, spesso, alcune donne sono semplici “prestanome”. Cosa bisogna fare per debellare questo fenomeno?

“Bisogna incoraggiare l’imprenditoria femminile reale, finanziando misure specifiche, come peraltro previsto nel PNRR e scoraggiare contestualmente chi pensa di avvantaggiarsi di tali misure per altri fini”.

È favorevole alle quote rosa?

“Come misura transitoria, per concedere alle donne l’opportunità di colmare una distanza dagli uomini formatasi in anni di pesante disparità nell’accesso alle professioni. Nel lungo periodo non saranno più necessarie perchè le donne in gamba andranno avanti, senza bisogno di alcun tipo di quote”.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

“Fare del mio meglio per contribuire a far si che Confagricoltura guidi le nostre imprese fuori dalle difficoltà del momento per accompagnarle nel tempo, anche attraverso l’innovazione applicata ai processi produttivi, verso un nuovo modello agricolo. Dopo la pandemia, gli incontri in presenza sono necessari per recuperare il contatto diretto. Facendo squadra potremo affrontare meglio le difficoltà e guardare lontano”.