Muore dopo 5 mesi per parto cesareo: condannati medici

Donna muore dopo 5 mesi per il parto cesareo: condannati medico e anestesista

Donna muore dopo 5 mesi per il parto cesareo: condannati medico e anestesista

Redazione  |
domenica 27 Ottobre 2024

La procura è stata rappresentata da Valentini Magnini che aveva richiesto 8 anni di reclusione per entrambi.

Una donna di 38 anni muore dopo 5 mesi di agonia per il parto cesareo e per questo sono condannati medico e anestesista. Dovrà scontare 2 anni e 9 mesi di reclusione una ginecologa e 3 anni un anestesista. Il Tribunale di Siena ha stabilito la condanna dei due professionisti dell‘ospedale Le Scotte. A perdere la vita Anna Lopareva, nel 2019, a 5 mesi dal parto cesareo. La morte sarebbe dovuta a un’emorragia non trattata tempestivamente dallo staff sanitario. Continuerà il processo in Corte d’Appello. Le motivazioni saranno rese pubbliche entro 90 giorni. Le difese dovrebbero presentare i ricorsi.

Le reazioni e i risarcimenti

La procura è stata rappresentata da Valentini Magnini che aveva richiesto 8 anni di reclusione per entrambi. I legali dei coinvolti hanno sostenuto costantemente che non ci sia stato alcun reato. “Si è trattato di eventi inaspettati. Non condividiamo la sentenza” dichiara Lorenzo De Martino, avvocato della difesa insieme al padre Enrico e all’avvocato Francesco Maccari. “Aspettiamo di leggere le motivazioni, poi formuleremo il ricorso in appello”.

Disposti risarcimenti di 1,4 milioni di euro per il marito, Andrea Tavolari, e i due figli. Previsti invece 345mila euro per i genitori, la sorella e la cognata. “Almeno saprò cosa dire ai miei figli” ha detto l’uomo all’uscita dal tribunale.

Duccio Panti, legale delle parti civili, commenta la notizia. “Giustizia è stata fatta. È stata riconosciuta la responsabilità degli operatori che, imprudentemente, in quella disgraziata notte hanno purtroppo provocato lesioni alla povera Anna, portandola, dopo oltre quattro mesi di agonia, alla morte. Cinque anni e mezzo di sofferenza soprattutto per i familiari, in particolare per il marito, che ha affrontato con grande dignità questo lungo processo senza mai perdere la calma. L’unico momento di visibile emozione è stato quando ha dovuto testimoniare in aula, liberando ciò che per anni aveva portato dentro con grande dolore”.

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