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Donne alla conquista del mondo dell’ingegneria

Donne alla conquista del mondo dell’ingegneria
donne ingegnere

Nel nostro Paese cresce in modo sensibile la componente femminile all’interno dei Corsi di laurea Stem

ROMA – Il numero di donne con un titolo di laurea in ingegneria è in continuo aumento: in base agli ultimi dati Istat disponibili sulle forze di lavoro (media anno 2024), si stima che in Italia ce ne siano oltre 340 mila, pari al 27,8% dei laureati nelle stesse discipline. Le lauree Stem (science, technology, engineering, and mathematics), in particolare quelle relative alle discipline ingegneristiche, stanno dunque attraendo un numero sempre più consistente di ragazze, tanto che le donne in possesso di un titolo di laurea a indirizzo ingegneristico costituiscono circa il 7% dell’intera popolazione femminile italiana laureata. Un fenomeno esploso soprattutto negli ultimi anni, con laureate concentrate soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione: poco meno del 60% ha un’età inferiore a 45 anni. A fare un punto della situazione è stato il periodico rapporto sulle donne in ingegneria elaborato dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri.

Laurea Ingegneria, forte aumento del numero di donne tra gli iscritti

Restando in tema di formazione universitaria, i corsi di laurea in Ingegneria, da sempre a forte prevalenza maschile, stanno registrando un forte aumento del numero di donne tra gli iscritti: la componente femminile tra gli immatricolati ai corsi di laurea tipici in ingegneria è infatti in costante crescita, tanto da raggiungere, nell’anno accademico 2023-2024, il valore massimo mai rilevato: 28,1%. Il numero più consistente di donne (5.735) si iscrive a un corso di laurea della classe L-9 Ingegneria industriale, anche se con un valore leggermente inferiore rispetto all’anno accademico precedente. Al contrario, si rileva un aumento del numero di donne immatricolate in tutte le altre classi di laurea “tipiche”, in particolar modo nei corsi della classe L-8 Ingegneria dell’informazione che arrivano ad accogliere circa un terzo delle ragazze iscritte ai corsi di laurea in ingegneria. Nel confronto con l’universo maschile, le donne prediligono i corsi del settore civile e ambientale, in particolar modo quelli della laurea a ciclo unico in Architettura e Ingegneria edile-Architettura, dove arrivano a costituire quasi i due terzi degli immatricolati. La componente femminile si rivela consistente anche nella classe L-23 Scienze e tecniche dell’edilizia (42,2%) e L-7 Ingegneria civile e ambientale (32,6%), mentre si riduce a soltanto un immatricolato su quattro nei corsi del settore industriale e dell’informazione. Per quanto riguarda i dati relativi ai laureati magistrali in ingegneria, non si rilevano sensibili variazioni rispetto al passato, tanto che la componente femminile continua a collocarsi su valori compresi tra il 30 e il 31%.

Consistente il numero di iscritte in Ingegneria gestionale

La presenza femminile si rivela particolarmente consistente, in termini assoluti, nei corsi in ingegneria gestionale (sebbene le 1.615 laureate costituiscano solo il 37,1% del totale), in quelli in ingegneria biomedica (1.325 laureate) e nei corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Ingegneria edile-Architettura (1.098 laureate). In queste due classi di laurea magistrale, inoltre, la componente femminile è talmente numerosa da costituire la maggioranza assoluta dei laureati, in particolare quelli di ingegneria biomedica dove arriva addirittura a rappresentare quasi i due terzi dell’universo dei laureati. Un numero ragguardevole di donne si rileva anche nei corsi di laurea magistrale in Ingegneria chimica (48,1%), Ingegneria dei sistemi edilizi (47,3%) e Ingegneria per l’ambiente e il territorio (44,6%), confermando così la maggior propensione delle ragazze verso gli studi del settore civile ed ambientale, rispetto agli altri settori. All’estremo opposto, la componente femminile risulta inferiore al 15% nei corsi in Ingegneria meccanica (13,3%) e in Ingegneria elettrica (14%), mentre si registra un lieve, ma crescente successo tra le ragazze dei corsi in ingegneria informatica tanto che esse rappresentano il 18,1% dei laureati, laddove nel 2020 erano il 13,7%.

Tra le laureate di primo livello, lo scenario attinente alla distribuzione di genere non si discosta molto: confermando il trend in atto da tempo, la presenza femminile risulta particolarmente nutrita nel settore civile ed ambientale, in particolar modo nella classe di laurea Scienze e tecniche dell’edilizia dove costituiscono oltre il 40% dei laureati.

Le laureate in ingegneria trovano più facilmente lavoro

Il titolo di laurea in ingegneria costituisce un ottimo viatico per l’ingresso nel mondo del lavoro: si stima che tre laureate delle discipline ingegneristiche su quattro svolga un’attività lavorativa, valore estremamente significativo considerando che nell’universo di riferimento sono comprese anche le laureate non più in età lavorativa. La situazione varia ovviamente in base all’area territoriale di riferimento: nelle regioni del nord est il tasso di occupazione femminile sale per le laureate in ingegneria fino a sfiorare l’87%, mentre si rivela più critica la situazione nel meridione visto che in queste regioni la quota di occupate scende al 64%. Come avviene per gli uomini, le laureate in ingegneria trovano più facilmente lavoro e condizioni migliori rispetto alle laureate in altre discipline: il tasso di disoccupazione ad un anno dalla laurea per le laureate del gruppo Architettura – Ingegneria civile è circa la metà di quello dell’intero universo delle laureate (6,4% contro il 12,1%), mentre ancora meglio va alle laureate del gruppo Ingegneria industriale e dell’informazione che, raggiungono già ad un anno dalla laurea, quasi l’occupazione piena evidenziando un tasso di disoccupazione inferiore al 3%, più basso addirittura di quello rilevato tra i colleghi uomini. Un risultato, quest’ultimo, che potrebbe essere sintomatico di un progressivo assottigliamento del divario di genere, anche se più in termini occupazionali che di retribuzione. I piccoli segnali positivi di un lento avvicinamento alla parità di genere non trovano corrispondenza per quanto riguarda il reddito, il cui divario si mantiene abbastanza marcato soprattutto per le laureate del gruppo Architettura e Ingegneria civile: a 5 anni dalla laurea, infatti, le donne percepiscono il 12% in meno rispetto ai colleghi uomini. Un po’ meglio va alle laureate del gruppo Ingegneria industriale e dell’informazione con un gender pay gap pari al 6% (la retribuzione delle donne è del 6% inferiore a quella degli uomini).

Nel 2024 assunte in Italia quasi ventimila laurete

Relativamente all’intero mercato del lavoro, nel 2024, in base ai dati dell’Osservatorio sull’occupazione ingegneristica Sviluppo lavoro Italia–Centro studi Cni, sono state assunte in Italia quasi ventimila laureate per posizioni attinenti ai profili ingegneristici. Particolarmente ricercate sono le laureate con competenze informatiche. Buone opportunità vengono offerte anche per svolgere le mansioni attinenti al settore civile e dell’architettura (complessivamente il 19,5% delle assunzioni), a quelle degli “ingegneri energetici e meccanici” (5,5%) e degli “ingegneri industriali e gestionali” (3,6%).

Passando, infine, ai dati relativi agli iscritti all’Albo degli Ingegneri, appare molto evidente come la componente femminile stia assumendo dimensioni sempre più rilevanti: le donne arrivano a costituire infatti nel 2025 il 17,4% degli iscritti, laddove nel 2007 rappresentavano appena il 9,1%. Gli Ordini della Sardegna, delle Marche e dell’Umbria si confermano quelli con la percentuale più elevata di donne tra gli iscritti (oltre il 22%), ma in tutte le regioni si assiste ad una crescita, più o meno marcata, della componente femminile.