Il convegno a Palazzo Pirelli. Tra gli interventi anche quello di Giuseppe Conte: “Argomento che riguarda tutti”
MILANO – “Non voglio più accettare le cose che non posso cambiare: voglio poter cambiare ciò che non accetto”, ha esordito citando le parole dell’attivista del movimento afroamericano statunitense, Angela Davis, la consigliera regionale lombarda Paola Pizzighini del Movimento 5 Stelle in apertura dell’evento “Donne e diritti, a che punto siamo?” che si è svolto mercoledì 14 febbraio nella sala gonfalone del Palazzo Pirelli di via Fabio Filzi a Milano.
Un convegno, quello voluto dalla stessa esponente pentastellata in Lombardia, per parlare delle azioni condotte dalla politica per quanto riguarda i diritti, in particolar modo delle donne. Le parole di Angela Davis “sono le nostre: lavoriamo insieme per cambiare ciò che non possiamo più accettare”, ha aggiunto la consigliera. In diverse parti del mondo parlare di diritti delle donne risulta essere ancora un tabù ma, almeno per quanto concerne l’Italia, tali veti sono meno evidenti grazie agli sforzi che sono stati compiuti “dalle nostre madri e dalle nostre ave, che nel corso dei decenni hanno lottato con coraggio affinché venisse riconosciuta la parità tra uomini e donne”.
Diritti delle donne, bisogna fare ancora molto nel nostro Paese
Al momento, comunque, bisogna fare ancora molto nel nostro Paese per riuscire ad assistere una vera e completa uguaglianza gli individui. “Servono ancora molti passi in avanti – ha aggiunto Paola Pizzighini nel suo intervento – per fare in modo che i diritti delle persone siano identici a prescindere dal sesso, dall’orientamento sessuale e dalla terra di nascita”.
La scelta della giornata di San Valentino, la Festa degli innamorati, per organizzare il convegno non è stata per nulla causale. “L’amore significa innanzitutto agire per vivere meglio” e “per migliorare il rapporto con chi ci sta accanto, ma anche con chi è distante”, ha ribadito Pizzighini. Proprio in questo senso viene ribadita la responsabilità della politica nell’impegno a contrastare le disuguaglianze e la violenza.
Le parole di Giuseppe Conte
In apertura di convegno è intervenuto anche il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, il quale ha voluto porgere un saluto ai presenti attraverso un videomessaggio. Quello dei diritti delle donne “è un tema che riguarda tutti noi, sul quale è importante conseguire dei risultati in risposta alle sfide attuali e future. Nonostante l’uguaglianza tra donne e uomini sia un diritto fondamentale, riconosciuto anche a livello internazionale, nonché un principio chiave del pilastro europeo dei diritti sociali, ancora oggi non si può parlare, purtroppo, di una vera e concreta parità di genere”, ha osservato l’ex presidente del Consiglio.
“E questo – ha aggiunto Conte – perché le politiche di genere sono state in alcuni casi troppo lente e, in altri, insufficienti. Anche nel nostro Paese. In Italia il 22% delle donne si trova in una condizione di dipendenza economica. Pensate, in Italia solo il 5%. Abbiamo una media del 65% del lavoro di cura non retribuito che ricade sulle donne, a fronte di una media europea, ben inferiore, del 39%”.
Raggiungere una vera parità di genere
Secondo Conte, si tratta di tendenze che devono essere invertite con l’intento di riuscire a raggiungere nel più breve tempo possibile una vera parità di genere, come “premessa per un reale cambiamento sociale” e “un reale sviluppo economico”.
L’importanza dell’estensione del congedo paterno
In occasione del suo intervento, Conte ha ribadito anche l’importanza dell’estensione del congedo paterno, uno strumento che può permettere non solo la parità tra uomo e donna, ma anche “la natalità e l’occupazione femminile”, due aspetti particolarmente critici per il nostro Paese e, per i quali, non sono ancora state fornite soluzioni efficaci. Secondo le normative attuali, vengono previsti 10 giorni di congedo di paternità che diventano 20 in caso di parto plurimo. Una situazione che è diventata “intollerabile” per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano.
La partecipazione delle donne alle istituzioni
Altro tema che tocca direttamente la politica è quello della partecipazione delle donne alle istituzioni. “Le donne rappresentano ancora una percentuale troppo bassa nei rappresentanti eletti: tra il 14,1% e il 46,4% in tutta l’Unione europea. Nei Consigli d’amministrazione delle aziende ancora meno, in media solo il 30,6% dei membri dei Cda è di sesso femminile”. Numeri che vanno in netto contrasto con quelli che si registrano in altri Paesi del Continente. In Norvegia, per esempio, “è stato raggiunto il 45% grazie all’introduzione delle quote rosa legali” nel 2005.