Attivista e presidente della Federazione delle associazioni femminili della Turchia (TKDF), premiata nel 2021 International Women of Courage.
“Troie”: così il Presidente dell’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo), Recep Tayyip Erdogan, ha insultato milioni di donne che il 1 giugno scorso hanno partecipato alla Resistenza di Gezi in difesa della libertà e della democrazia. La repressione contro politici dell’opposizione, giornalisti e difensori dei diritti umani non ha mai fine in Turchia. Ma anche persone LGBTQ+ presi di mira da funzionari governativi. E da un anno Ankara è uscita ufficialmente dalla Convenzione di Instanbul. Ma c’è chi non ha mai smesso di opporsi alle ingiustizie, come Canan Gullu, attivista e presidente della Federazione delle associazioni femminili della Turchia (TKDF), premiata nel 2021 International Women of Courage. «Queste parole del Presidente nei confronti del popolo saranno ricordate come una vergogna per la democrazia del Paese – commenta Gullu – Continueremo a ritenere responsabile chiunque commetta crimini contro le donne. Non ci piegheremo al potere. Viva la nostra Resistenza Gezi, viva la solidarietà delle donne!».
Canan, sei un’attivista da 40 anni. Qual è, oggi, la condizione della donna in Turchia?
«Non fare più parte della Convenzione di Instanbul ci rattrista: 220 istituzioni e individui hanno fatto causa allo Stato. Nel frattempo, nel 2021 si sono avuti 367 casi di femminicidio e secondo la Federazione delle associazioni delle donne della Turchia tra il 2008 e il 2021, sono state 3.179 le donne uccise».
In vista della prossima chiamata alle urne prevista per il 2023, il Paese è ormai entrato in clima di campagna elettorale. Una data importante perché segnerà il centenario dalla fondazione della Moderna Repubblica di Turchia (1923), ma ancor più significativa perché Erdoğan mira a riconfermare il proprio ruolo di guida politica e spirituale della Nuova Turchia. C’è grande fermento nel Paese…
«Sarà un processo elettorale rigoroso. L’AKP, al potere da 20 anni, ha apportato tutte le modifiche per proteggere la situazione attuale. Tra queste, la modifica della legge elettorale. Sarà un’elezione lontata dai principi democratici. Tuttavia l’opposizione si sta organizzando, come noi. Credo che vincerà la democrazia!».
Come consideri il lavoro svolto dall’Europa in tema di diritti umani?
«Sono una di quelle che crede che l’Europa usi il concetto di diritti umani quando non dovrebbe. Proprio come i rifugiati. Non bisogna limitarsi a elargire semplicemente soldi. I diritti umani sono olistici. Non dovrebbero cambiare da persona a persona. Ecco perché di tanto in tanto si commettono errori».
La Turchia è il Paese che ospita più rifugiati al mondo e secondo recenti dichiarazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan i profughi sono circa cinque milioni. Tra loro, oltre tre milioni e 700mila sono fuggiti dalla Siria mentre circa 300mila sono afgani. Quale sarà la politica migratoria di Erdogan nei prossimi mesi?
«Il problema non è mai stato affrontato bene sin dall’inizio e ha generato una crisi. Secondo la Convenzione di Ginevra, alla Turchia è stato vietato di accettare rifugiati dall’est. Quindi erano ammessi con lo status di protezione temporanea. Si sono sparpagliati e, adesso, non si sa il numero preciso anche perché non sono ospitati in campi e l’entrata non è controllata».
Ad aprile è stato condannato all’ergastolo ostativo in primo grado il difensore dei diritti umani e filantropo Osman Kavala. Cosa ne pensi?
«Una grande ingiustizia. Siamo rattristati della sua lunga prigionia per un crimine inventato con lo scopo di imprigionarlo».
Mario Catalano
Foto By Yıldız Yazıcıoğlu – https://www.amerikaninsesi.com/amp/canan-gullu-abd-nin-cesur-kadinlar-odulune-layik-goruldu-/5803113.html, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=101192758