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Dopo Conte c’è Cottarelli

Molti attribuiscono alla caldissima estate il comportamento quasi sotto traccia di Matteo Salvini. Nonostante sia attaccato da tutte le parti, il consenso cresce avendo superato la soglia del 36%, almeno secondo gli ultimi sondaggi.
È il suo momento, come capita in tutte le vicende politiche, quando sale sull’altare un personaggio, che poi irrimediabilmente ne discende.
Abbiamo molti esempi di tali fatti, per ultimo quello di Matteo Renzi, che alle consultazioni europee del 2014 riuscì ad acquisire oltre il 40% delle preferenze espresse.
Molti non si spiegano come mai Salvini non raccolga subito il vistoso consenso che – unito a quello di Forza Italia, di Fdi e di parte del gruppo misto, nonché del nascente nuovo soggetto politico di centro – potrebbe fargli superare agevolmente la maggioranza assoluta delle due Camere, per diventare primo ministro.
Il leader leghista, nonostante alcune sparate, è soggetto molto prudente e vi spieghiamo perché.


Ricordate quando nel 2011 lo Spread raggiunse i 500 punti con il Governo Berlusconi? L’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,rieletto a grandissima maggioranza per il secondo mandato, nominò senatore a vita Mario Monti e, l’indomani, gli diede l’incarico di presidente del Consiglio.
Si disse che così era nato il governo del Presidente che, tuttavia, raccolse un’ampia maggioranza in Parlamento e potè varare, nei successivi tredici mesi, quelle riforme che riportarono lo Spread a un livello fisiologico: fra esse, quella sulle pensioni, artefice la professoressa Elsa Fornero, che riequilibrò il sistema previdenziale italiano.
Ebbi il piacere di incontrare Mario Monti che mi spiegò le sue linee generali di politica, poi uscite nel Forum pubblicato l’8 gennaio 2013, il primo concesso dal presidente a un quotidiano.
Abbiamo voluto ricordare questo importante precedente perché, a nostro sommesso avviso, è quello che induce Matteo Salvini a non fare saltare il banco, chiedendo nuove elezioni nelle quali egli penserebbe di raccogliere quei consensi che oggi sono solo sulla carta e nei sondaggi politici.

La sua preoccupazione riguarda la decisione, perfettamente rispettosa della prassi istituzionale, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di nominare una personalità dandogli l’incarico di andare in Parlamento per verificare se vi sia una diversa maggioranza.
A occhio e croce, riteniamo che la personalità dovrebbe essere quella già chiamata la prima volta e cioè Carlo Cottarelli, venuto al nostro Forum pubblicato il 14 maggio 2019.
Quale probablità avrebbe l’economista, già direttore del Fondo monetario internazionale, di avere una maggioranza per formare il nuovo governo? Non lo sappiamo e probabilmente nessuno lo sa. Possiamo tentare, guardando lo scenario politico sotto i nostri occhi, di formulare la seguente ipotesi.
Una formazione, e non una coalizione, nella quale potrebbero essere presenti tutti i partiti, ad eccezione della Lega. Questo potrebbe essere il ragionamento: il Pd ritornerebbe in sella e con esso Forza Italia, Fdi e parte del gruppo misto.


Il rebus deriverebbe dal comportamento del Movimento cinque stelle. Non sappiamo cosa deciderebbe al riguardo, ma una cosa è certa: oltre metà dei suoi parlamentari sa che non ritornerebbe nelle Camere e quindi perderebbe non solo il lauto compenso, ma – non essendo maturato il periodo necessario – non avrebbe neanche l’assegno pensionistico.
E chi è quella persona umana che, di fronte a un trattamento regale, è disposta a riunciarvi per ritornare nello status quo ante di disoccupato, barista, stewart o altro? Ecco perché pensiamo che una cospicua parte della truppa pentastellata appoggerebbe il governo del Presidente, che così avrebbe la maggioranza.
Certo, non un Governo di durata dell’intera legislatura, ma solo per affrontare quella parete di sesto grado che è la legge di Bilancio 2020, alla quale,fra nuove entrate e taglio delle uscite, servono una quarantina di miliardi.
La nostra è un’ipotesi azzardata? Perché no. Ma in questa situazione così fluida ci sta anche questa. Non so quanti di voi siano d’accordo.