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Da dove arrivano le “minacce violente” di Israele alla Flotilla. Global Sumud: “Grande lavoro dei sindacati italiani”

Da dove arrivano le “minacce violente” di Israele alla Flotilla. Global Sumud: “Grande lavoro dei sindacati italiani”
La nave pro Gaza di Flotilla Coalition – Imagoeconomica

Il messaggio lanciato dalla Global Sumud Flotilla ha ancora una volta come obiettivo sensibilizzare l’opinione pubblica

“Siamo consapevoli di queste minacce. Mentre stavamo navigando con la Madleen abbiamo ricevuto minacce simili”. Lo ha dichiarato Yasemin Acar, del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, durante la conferenza stampa organizzata per annunciare il pericolo di un “imminente attacco violento israeliano” contro le imbarcazioni che si stanno dirigendo verso Gaza. 

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Acar: “Queste minacce sono rivolte all’intera comunità internazionale”

Il timore dei partecipanti alla missione e che si arrivi ad un altro Mavi Marmara, l’incidenza del 31 maggio 2010, che portò all’uccisione da parte di militari israeliani di nove attivisti a bordo della Freedom Flotilla diretta, come oggi, a Gaza per portare aiuti umanitari. 

Il messaggio lanciato da GSF ha ancora una volta come obiettivo sensibilizzare l’opinione pubblica. “Vorrei esortare tutti ad amplificare questo messaggio – ha detto Acar – perché queste minacce non sono rivolte solo alla terra di per sé, ma all’intera comunità internazionale che osa sfidare Israele”. 

La spedizione umanitaria verso la Palestina non si fermerà e nel pomeriggio l’organizzazione ha dichiarato di rifiutare di lasciare gli aiuti a Cipro, proposta fatta dal governo italiano, ma di essere intenzionata a proseguire per forzare il blocco imposto dagli Israeliani a Gaza. 

Global Sumd Flotilla: “Nostra missione è consegnare aiuti umanitari a Gaza”

“Ribadiamo che la nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all’ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza” ha comunicato Global Sumud Flotilla. 

In collegamento dalla Madleen, l’attività tedesca Acar ha ribadito l’inutilità degli attacchi di Israele contro il gruppo delle imbarcazioni in viaggio.

“Ripeto: non ci fermeremo. Siamo mossi dall’umanità. Il nostro obiettivo è fornire aiuti umanitari, perché questo è un messaggio al mondo e a tutti i governi che ancora non agiscono: non verremo zittiti, non saremo compiacenti rispetto a questi crimini contro l’umanità, e apriremo un corridoio umanitario via mare”. “Queste minacce non ci fermeranno. I bombardamenti sono iniziati molto presto a Tunisi, quando navi da guerra hanno preso di mira altre imbarcazioni, e poi due notti fa c’è stato un attacco molto pesante: piovevano letteralmente bombe dal cielo per diverse ore, con attacchi contro la flottiglia”.

Alexopoulou: “Grande lavoro dei sindacati italiani”

Kleoniki Alexopoulou, del Comitato direttivo GSF, ha dato merito ai sindacati italiani di aver convinto il governo Meloni, grazie alle proteste di piazza, a mandare due fregate a tutela delle Flotilla: gli italiani che partecipano alla missione sono 58.

“I sindacati in Italia hanno svolto un lavoro straordinario, i loro sforzi sono stati fondamentali per richiamare l’attenzione su questa missione e per aiutarci, per contribuire a proteggerci mentre la flotta si dirige a Gaza. Questo è in realtà anche una loro vittoria – ha detto Alexopoulou – il fatto che i governi siano finalmente disposti a proteggere quest’area lungo il percorso, inviando navi della marina”. 

Kleoniki Alexopoulou ha parlato anche delle posizioni di Spagna e Grecia, stato da cui proviene. “Naturalmente la differenza è che il governo spagnolo ha dimostrato la sua solidarietà fin dall’inizio, e noi accogliamo con favore queste iniziative, da qualunque parte provengano. Vorrei ringraziare anche il governo greco, e non solo: ci sono parlamentari che sostengono questa causa, così come la guardia costiera, almeno finché restiamo sotto il loro controllo. E lo stesso vale per la guardia costiera britannica”.