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giovedì 09 Settembre 2021

Se uno chiede a Musumeci dove sta viene in mente solo la canzone di Gabriella Ferri

Se uno chiede al presidente della Regione Emilia Romagna
dove sta, lui ti risponde nel Pd. Anzi forse ne vuole diventare leader. Se uno
chiede a Zaia dove si colloca lui dice che sta nella Lega e forse anche lui ne
vuole diventare leader, Salvini permettendo.

Se uno chiede a Musumeci dove sta viene in mente solo la
canzone di Gabriella Ferri.

All’inizio di questa legislatura era esclusivamente autonomista,
anzi voleva diventare il federatore della galassia autonomia. Poi, su
suggerimento del buon Razza, voleva federare il suo movimento con la Lega di
Salvini diventandone una sorta di plenipotenziario, come il suo collega Toti in
Liguria.

Poi contrordine compagni. A febbraio 2019 alla convention
del suo movimento si immagina come asse portante del moderatismo di centro, per
la felicità di alcuni suoi assessori. Cambia idea di nuovo vari mesi fa, dopo
un lungo periodo di profumeria, per bussare di nuovo alle porte della Lega,
ricevendone un ormai è tardi.

A quel punto entra in campo Miccichè, dicendo che Musumeci non
è automaticamente il candidato del centrodestra, poi si vedrà, se ci sono le
condizioni.

A questo punto, altro contrordine di questi giorni, si torna
al primo amore, tipo “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, rivolto alla
Meloni di Fratelli d’Italia. Una formazione politica che lui considerava, prima
delle Europee, residuale in maniera esplicita, a cui non aveva dato nemmeno il
posto in giunta, neanche per affinità elettive. Ed a cui aveva rifiutato
platealmente l’appoggio alle Europee determinando la rottura di rapporti con
l’altro fondatore del suo movimento, Raffaele Stancanelli.

La verità è che Diventerà Bellissima più che un movimento è
un “muoviti fermo”, come si dice a Catania. E tutto questo potrebbe non
interessare agli isolani se non fosse che la collocazione politica del
Presidente della Regione oggi sia fondamentale.

Non tanto per la sua rielezione, cosa che può interessare
lui ed i suoi dioscuri, ma per il fondamentale rapporto tra la Sicilia e la
casa madre, o matrigna, Paese.

Se dobbiamo chiedere un’allocazione di risorse dentro il
PNRR a chi le chiediamo? Chi sono i nostri sponsor romani? Quali sono i
ministri amici?

Perché in questo Paese, parliamoci chiaro, se non hai Santi
in paradiso è difficile che l’attenzione e le risorse vengano rivolte
all’isola.

Per cui ci chiediamo dove sta Zazà Musumeci? Dove si
colloca? Perché noi non lo abbiamo capito. E penso nessun siciliano. È di tutti
e quindi di nessuno. Da quello capiremo intanto se verrà rieletto o meno, ed a
quale strategia di concertazione verrà affidata la nostra Regione, nei tanti
contraddittori e rapporti che ha con lo Stato centrale. Soprattutto in un
periodo in cui il nostro bilancio regionale è risaputamente alla frutta, ed
invece Roma gode del tesoro europeo sugli investimenti.

Certo cercare marito in tardissima età non è semplice, ma
alla Sicilia una zitella non è utile.

Gatto Silvestro

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