Crisi di governo: sono in corso nell'Aula del Senato la seduta con le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi.
Al via la discussione generale in Senato, dopo le comunicazioni di Mario Draghi sulla crisi di governo. Ad aprire la seduta il presidente Elisabetta Casellati, che ha fatto sapere che le eventuali risoluzioni devono essere presentate entro la fine della discussione generale, che avrà la durata di 5 ore e trenta. Ora sono iniziate gli interventi, una quarantina, prima delle dichiarazioni di voto.
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Il premier in Aula ha chiesto “Un nuovo patto di fiducia” alle forze politiche, sottoilineando i risultati ottenuti nei mesi dal governo ma anche le difficoltà legate ai no e agli ultimatum.
“L’unica strada – ha detto – se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità”.
“Mercoledì – ha sottolineato in apertura del suo discorso – scorso ho rassegnato le dimissioni.
Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta“.
Il premier ha rivendicato i risultati ottenuti dal suo governo in questi 17 mesi. Ma ha anche indicato una serie di obiettivi per i quali, ha avidenziato, serve un nuovo patto di fiducia”. “Non serve una fiducia di facciata – ha evidenziato – che svanisca di fronte ai provvedimenti scomodi”.
Bisogna spingere sui contratti collettivi, punto di forza del sistema industriale, ha evidenziato. “Serve una riforma delle pensioni – ha proseguito – che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”. “Il disegno di legge” sulla concorrenza, che riguarda anche “i taxi” e le concessioni balneari” deve “essere approvato prima della pausa estiva. Ora c’è bisogna di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo” non il sostegno a proteste talvolta violente.