Draghi ha ragione: “Aiutare l’Ucraina” - QdS

Draghi ha ragione: “Aiutare l’Ucraina”

Carlo Alberto Tregua

Draghi ha ragione: “Aiutare l’Ucraina”

giovedì 07 Luglio 2022

Ma Zelensky ama il popolo?

Nello sfortunato Paese che è sommerso da una enorme crisi bellica, economica e sociale – l’Ucraina – le parti in gioco che si erano cristallizzate fino a poco tempo fa, pian piano imboccano la via della ragionevolezza, la quale porta ad un unico risultato: la Pace.

Dagli Stati Uniti alla Russia, dall’Unione europea alla Turchia, tutti i protagonisti di questa disgraziata vicenda pian piano capiscono che nessuno può vincere. Dispiace che in questo quadro chi doveva essere il primo attore, in senso politico, cioè Volodymyr Zelensky, sia diventato una comparsa. O meglio, un fuscello in balia dei venti che soffiano da Occidente, da Oriente, da Nord e da Sud.

Ciò perché egli si è ingannato quando riteneva di poter fare e disfare a piacimento qualunque cosa perché – sempre ingannandosi – riteneva che l’appoggio degli Stati Uniti nonché quello europeo (finanziario e in armamenti) potessero fermare l’invasione russa.

Chi non ha studiato la storia occidentale di ventisette secoli, quella cinese di cinquanta secoli e quella giapponese di ventisei secoli, nonché quella delle altre parti del mondo, non ha capito come le cose hanno sempre funzionato e quindi pensa di trovare l’Uovo di Colombo per risolvere a suo modo i propri problemi.

Ma non è così perché i meccanismi eterni dominano, vincono e prevalgono su ogni povero progetto di un povero uomo. Ora, che Putin avesse in programma di conquistare quella fascia di terra che è il Donbass risulta evidente oggi come risultava evidente prima del 24 febbraio.
Che nessuna forza ucraina avrebbe mai potuto fermare la potenza dell’armata russa era altra cosa del tutto pacifica. Che la Nato non sarebbe intervenuta per evitare la terza guerra mondiale lo sapevano tutti.
Dunque, lo scenario non aveva ombre, era ben illuminato, si capivano gli intendimenti dei protagonisti e i limiti degli interventi.

Proprio questo scenario doveva evitare al capo ucraino di usare parole grosse, comportamenti spocchiosi ed altre forme che hanno fatto muovere l’armata russa per “l’Operazione speciale militare”.
Ma questo non è stato compreso.

Draghi ha ancora una volta ragione: “Bisogna aiutare l’Ucraina”. La domanda sorge immediata: come? Non sembra, dopo oltre quattro mesi di guerra – perché tale è – che le armi fornite a quello che resta dell’esercito ucraino abbiano potuto fermare l’ondata avversaria.

Si sono moltiplicati i morti che non si quantificano, sono stati danneggiati forse ottocentomila immobili, la popolazione ucraina, originariamente di 44 milioni di abitanti è entrata in uno stato di gravissima sofferenza, tutto il territorio di quel Paese di seicentrotremila chilometri quadrati (il doppio di quello italiano), è stato parzialmente danneggiato.

Ci vorranno 15-20 anni per riparare i danni sofferti e forse non basteranno – secondo stime concordi – ottocento miliardi di dollari.
Quanto deve durare questo disastro per far capire a tutti che è ora di smetterla? Qualcuno dirà che è Putin che deve spegnere l’azione. Ma non è così perché quando si scontrano due parti, entrambe devono spegnere il fuoco.

Purtroppo – come ha diverse volte sentenziato Henry Kissinger, 94enne ex Segretario Usa – bisognerà trattare quale parte dell’ex territorio ucraino, ormai nelle mani della Russia, debba essere ceduta al fine di concludere l’amara vicenda.

Ormai è pacifico che questo prezzo va pagato e, dunque, è inutile procrastinare i tempi mentre è indispensabile chiudere tutto al più presto.

In questo quadro, non vanno trascurati i riflessi enormemente negativi su tutti gli Stati membri dell’Ue, perché la crisi economica è all’orizzonte e comincia a colpire la ex locomotiva europea: la Germania.
Il suo sistema produttivo si sta inceppando con la conseguenza che rischia di far inceppare gli altri sistemi produttivi più importanti d’Europa, quelli di Francia e Italia, con conseguenze economico-sociali catastrofiche.

Gli enormi costi dell’energia, l’inflazione mai vista, il rallentamento dell’economia sono gravissimi macigni che vanno evitati immediatamente. E ciò si può fare solo con la firma della Pace. Ora, subito.

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