I due pusher sono stati fermati alla villa comunale. Durante la perquisizione è emersa la presenza dello stupefacente.
I carabinieri della Compagnia di Petralia Sottana, hanno arrestato 2 persone di Castellana Sicula per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato una terza per favoreggiamento personale.
Un 33enne e un 24enne sono stati notati dai militari appena scesi dal pullman di linea proveniente da Palermo ed alla vista dei carabinieri, pensando bene di sottrarsi a un possibile controllo di Polizia, hanno cercato di dileguarsi per le vie secondarie del paese.
L’intervento dei carabinieri
I militati, insospettiti dall’atteggiamento, li hanno bloccati nei pressi della villa comunale. I due ragazzi sono stati perquisiti e trovati in possesso di droga.
Il 33enne occultava negli slip otto dosi di eroina già pronte allo spaccio e sessanta euro in banconote di vario taglio, mentre il 24enne, all’interno dello zaino tenuto a tracolla, deteneva tre flaconi di metadone privi di etichette identificative in modo da impedire di risalire all’affidatario della sostanza o al SERT di provenienza.
La denuncia per favoreggiamento
Nel corso del servizio, un 51enne del luogo, già noto alle forze dell’ordine, è stato sorpreso dai militari mentre aiutava l’amico 33enne a sottrarsi al controllo di polizia, atteggiamento che non passava inosservato agli occhi dei carabinieri che lo hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria di Termini Imerese per favoreggiamento.
La sostanza stupefacente rinvenuta è stata sequestrata e inviata per i successivi accertamenti presso il laboratorio di analisi sostanze stupefacenti del Comando Provinciale carabinieri di Palermo.
I due pusher sono stati arrestati e portati nella Casa Circondariale di Termini Imerese.
È doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.