Non più di due custodi notturni per ogni sito culturale siciliano. E’ questa l’indicazione, secondo quanto denunciano Cobas e Codir, inviata dal dirigente generale del Dipartimento Beni culturali a tutti i dirigenti responsabili dei siti della Regione.
“Con una comunicazione di soli tre righe, inviata a tutti i dirigenti responsabili dei luoghi della cultura del patrimonio regionale – affermano Michele D’Amico, responsabile regionale e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del patrimonio culturale siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir – li ‘raccomanda’ di ridurre il numero di personale, nei servizi notturni, a sole due unità“.
All’origine della richiesta, la riduzione del personale per effetto dei pensionamenti ma “il dirigente generale – sottolineano dal sindacato – anziché battere i pugni con l’assessore e il presidente della Regione, ha imboccato pericolosamente la scorciatoia della riduzione dei livelli di tutela mettendo seriamente in pericolo il patrimonio culturale appartenente alla Regione siciliana”.
“Siamo ben consapevoli – continuano i due sindacalisti – che il collocamento in quiescenza di personale, delle varie qualifiche, del Dipartimento Beni culturali (circa mille dipendenti), nell’arco di tempo compreso tra il 2015 e il 2020, ha reso una realtà sempre più drammatica dal punto di vista della dotazione organica restante. Una realtà da noi più volte denunciata e che certamente, con il passare degli anni, renderà sempre più arduo il compito della gestione dei servizi di vigilanza, custodia, sicurezza e apertura dei beni culturali, ma ridurre i livelli di tutela del patrimonio culturale, rischiando di violare, altresì, norme di sorveglianza sanitaria in materia di utilizzo di personale è un percorso inaccettabile, che non condividiamo, che avverseremo in tutti i modi e in tutte le sedi deputate a far valere i diritti del personale”.
“Ci aspettiamo – concludono – che il dirigente generale esca dallo stato di isolamento, abbia il buon senso di sospendere gli effetti della comunicazione inviata, di convocare i sindacati”.