Dura battaglia dei Quattro Poli - QdS

Dura battaglia dei Quattro Poli

Carlo Alberto Tregua

Dura battaglia dei Quattro Poli

martedì 13 Settembre 2022

Da un lato all’altro, tutti contro

Man mano che si avvicina la fatidica data del 25 settembre, i toni fra i contendenti delle prossime elezioni politiche si fanno più duri e tendono a uscire dai binari di un minimo di buona educazione.
La conseguenza è che si sparano palle a ripetizione, che le accuse reciproche sono quasi sempre prive di fondamento, che ognuno si propone all’elettorato come il campione della giustizia e dell’equità, per cui tutti sono d’accordo nell’affermare che agiscono “nell’interesse degli italiani”.

Nella nostra lunga carriera abbiamo vissuto tantissime tornate elettorali (nazionali, regionali, locali). Ogni volta sembra la peggiore, come accade anche in questo caso.
La verità è che i contendenti non hanno molto buonsenso e parlano più per influenzare i poveri di spirito e soprattutto i diciottenni – che ancora non hanno la necessaria esperienza per valutare la valanga di parole e di frasi fatte che si rovesciano su di loro – con la conseguenza che generano confusione perché gli argomenti sono privi di valutazioni convincenti.


La battaglia dei Quattro Poli, cioé Conservatori, Moderati, Progressisti e Movimento 5 Stelle, di fatto è una battaglia a tre poli perché è presumibile che, in base ai risultati delle elezioni, Moderati e Progressisti si mettano assieme, mentre i Conservatori – probabili vincitori delle elezioni – dovrebbero andare in solitaria al Governo e dall’altra parte vi sarà il M5S, che, per recuperare consensi, dovrà ritornare, come sta già facendo, alle origini, protestando e protestando.

Al riguardo, dobbiamo sottolineare il coraggio di Beppe Grillo quando ha imposto il divieto a tutti i professionisti della politica di ripresentarsi dopo i due mandati, perché questo divieto ha ricompattato tutti coloro che credono nello spirito originario del Movimento, con la conseguenza che esso si sta risollevando, sorpassando la soglia del dodici per cento.

Non vale più la pena ascoltare cosa dicono i leader e i sottoleader dei diversi gruppi perché si ripetono in tutti i luoghi – sulla stampa, nei siti, nei convegni, nei talk show e altrove – in maniera noiosa.
Fa soprattutto specie il fatto che non dicano niente di nuovo, ma si affidino agli slogan vecchi e stravecchi, che fanno intravedere un futuro incerto per il nostro Paese.

Mentre tutto ciò accade, l’Italia continua la discesa economico-sociale, con l’aumento inesorabile della povertà, con la crisi energetica che rischia di fermare il mondo produttivo, con una Pubblica amministrazione disastrata, che è il cancro principale e che impedisce con la sua inazione una rapida attuazione del Pnrr.

Tale attuazione, come è a tutti noto, passa per la redazione dei progetti secondo i regolamenti europei, quindi stilati, come si suol dire, a regola d’arte.
Non sappiamo che cosa accadrà con lo scambio della rituale campanella fra il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi, e quello entrante, che, probabilmente, sarà Giorgia Meloni. Sappiamo però che il prossimo autunno e l’entrata dell’inverno porteranno molto freddo, non solo atmosferico.
La crisi comincia a mordere, ancor di più di quanto ha morso il Covid, il che fa molto preoccupare.


Dunque, Conservatori da un canto, Moderati e Progressisti dall’altro e Movimento 5 Stelle per suo conto, rappresentano lo scenario delle prossime elezioni.
L’elettore, soprattutto quello più giovane e quello meno elevato, avrà difficoltà a scegliere. Ma una cosa è certa: non deve scegliere per simpatia, per raccomandazione o per altri futili motivi. Ha l’obbligo etico di scegliere secondo coscienza e convincimento, dopo aver letto il curriculum del candidato che intende votare e aver ripassato ciò che la lista proponente ha fatto o non ha fatto negli anni o nei decenni precedenti.

Ogni elettore è molto importante, per cui è altrettanto importante che voti con la consapevolezza che il suo voto eleggerà una maggioranza e un governo che dovranno guidare il Paese, verosimilmente, per i prossimi cinque anni.
Pensate, cari lettori, se i servizi che vi ha reso fino a oggi questa classe politica siano stati adeguati alle imposte che pagate. Riflettete sulla qualità delle parole che vi indirizzano e poi scegliete con serenità, senza farvi più abbindolare da questo o quel blablatore.

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