È boom di visite per i siti archeologici ma i Comuni restano a bocca asciutta - QdS

È boom di visite per i siti archeologici ma i Comuni restano a bocca asciutta

Massimo Mobilia

È boom di visite per i siti archeologici ma i Comuni restano a bocca asciutta

mercoledì 19 Giugno 2019

Il Parco archeologico di Naxos ha nel Teatro Antico di Taormina il sito più importante e visitato. Torna alla ribalta la questione dei ticket incassati dalla Regione e non versati agli Enti locali

MESSINA – Nei giorni in cui si commentano i dati record del Parco archeologico di Naxos, e dunque del Teatro Antico di Taormina, ovvero del più importante e visitato monumento della Sicilia, ritorna alla ribalta la questione dei ticket d’ingresso incassati dalla Regione e non versati al Comune.

C’è una Legge regionale – la n. 10/99, poi modificata fino alla Legge 9/2015 – secondo cui il 30% dei ricavi relativi alla fruizione dei beni culturali spettano al Comune nel quale il sito ricade. Eppure i versamenti della Regione a favore di Palazzo dei Giurati sono fermi al primo semestre del 2014. Da allora in poi nessun quattrino è più arrivato nella Perla, quantificato in circa 5,5 milioni di euro fino a tutto il 2017, ai quali andrebbero aggiunti adesso altri 2 milioni di euro relativi al 2018, per un “debito” totale di circa 7 milioni e mezzo di euro.

In attesa dei dati ufficiali del Dipartimento regionale ai Beni culturali, il Parco archeologico di Naxos ha chiuso infatti il 2018 con l’incasso record di 7,1 milioni, grazie a quasi 994 mila presenze registrate per la maggior parte al Teatro Antico di Taormina e, in parte minore, nella Riserva naturale di Isola Bella, a Villa Caronia, a Palazzo Ciampoli e nell’Area archeologica di Naxos, che però ricade nel vicino Comune di Giardini.

I numeri sono stati snocciolati dal dirigente uscente, Vera Greco, che nei giorni scorsi ha passato la direzione al nuovo funzionario incaricato, Gabriella Tigano, perché mandata dalla Regione a guidare il nascente Parco Villa del Casale e Morgantina di Piazza Armerina. Nei tre anni di gestione Greco, chiamata a Taormina dal 2016, è stato registrato un aumento del 21% sia per numero di visitatori che per crescita di fatturato, passando per il grandissimo successo avuto nel 2017 con il G7, che ha visto i sette grandi della Terra incontrarsi e fotografarsi proprio nello splendido scenario del Teatro Antico di Taormina.

Peccato però che pure in questi anni di gloria, così come nel passato, il Comune di Taormina non abbia più ricevuto benefici dal fatturato registrato dal monumento simbolo della città del Centauro. Tant’è vero che la passata Amministrazione aveva anche avviato un’azione legale nei confronti della Regione per il recupero delle somme. Palazzo d’Orleans ha fatto sapere che la normativa richiamata dal Comune in realtà non sarebbe più valida, in quanto la vecchia convenzione era scaduta a giugno del 2014, proprio fino a quando risultano versate le somme. Poi si era creato una sorta di “vuoto normativo”, colmato con una nuova convenzione sottoscritta a maggio del 2015. Le percentuali pattuite sarebbero inferiori, ma in ogni caso Palazzo dei Giurati non ha più ricevuto somme per i ticket d’ingresso.

Né tantomeno Taormina beneficia delle concessioni che ogni anno la Regione concede a organizzazioni private di concerti ed eventi vari, che vengono svolti nel sito archeologico e che nel 2018 pare abbia fatto posto ad almeno altri 150 mila spettatori. L’ultimo listino di affitto del Teatro, che risale al Governo Crocetta, parla per esempio di 3 mila euro al giorno per i concerti, 2 mila per le rappresentazioni classiche, 2.600 euro per i congressi, più il 3,5% sui biglietti e il 10% sugli allestimenti. Senza dimenticare che è ancora aperta la questione legale anche per gli anni risalenti alla gestione Novamusa, tra il 2009 e il 2011, la società inizialmente accusata di appropriazione indebita dei biglietti incassati nei siti siciliani e dovuti agli Enti locali, ma poi assolta dal Tribunale di Civitavecchia. Per quel periodo alla Perla dello Ionio mancano all’appello altri 966 mila euro, per il quali la vecchia Amministrazione non era arrivata in tempo a presentare ricorso. Il contenzioso è rimasto aperto al Tribunale Fallimentare di Roma, dove il Comune di Taormina ha da poco incaricato un legale per presentare insinuazione allo stato passivo nel fallimento di Novamusa, e tentare di recuperare almeno questa somma.

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