Bruxelles, 12 dic. (askanews) – Il Consiglio Ecofin ha concordato, oggi a Bruxelles, di applicare un dazio doganale fisso di 3 euro sui piccoli pacchi di valore inferiore a 150 euro che entrano nell’Ue, principalmente tramite commercio elettronico, a partire dal primo luglio 2026.
La decisione fa seguito all’impegno assunto dal Consiglio nel novembre 2025 di lavorare a una soluzione semplice e temporanea per riscuotere dazi doganali su tali merci il più presto possibile nel 2026.
Questa misura temporanea risponde al fatto che attualmente questi pacchi entrano nell’Ue in esenzione da dazi, creando conseguentemente una situazione di concorrenza sleale per i venditori dell’Ue, come ha sottolineato il commissario europeo all’Economia Valdis DOmbrovskis durante la conferenza stampa al termine dell’Ecofin. Una nota del Consiglio ricorda che questo comportava anche “rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori, elevati livelli di frode e preoccupazioni ambientali”.
I dazi temporanei di 3 euro per pacco verranno applicati dal primo luglio prossimo fino all’entrata in vigore dell’accordo permanente per tali pacchi, concordato nel novembre 2025, che eliminerà completamente la soglia di franchigia doganale. A quel punto, a tutte le merci di valore inferiore a 150 euro potranno essere applicati i dazi doganali alle normali tariffe Ue per i singoli prodotti.
I dazi riscossi verranno destinati al bilancio Ue, al netto della parte che sarà trattenuta dagli Stati membri per i costi amministrativi di gestione. Questa misura è distinta dalla proposta di una cosiddetta “commissione di gestione”, attualmente in discussione nel contesto del pacchetto di riforma doganale e del quadro di bilancio Ue pluriennale 2028-2034.
L’aliquota decisa oggi sarà applicata a tutte le merci che entrano nell’Ue per le quali i venditori extra-Ue sono registrati presso lo sportello unico per le importazioni (Ioss) dell’Unione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Questo comprende il 93% di tutti i flussi di commercio elettronico verso l’Ue. La Commissione valuterà periodicamente se l’aliquota debba essere estesa alle merci in arrivo nell’Ue vendute da operatori non registrati nell’Ioss.

