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A Ecomed riflettori sulla Sicilia “hub” dell’idrogeno

A Ecomed riflettori sulla Sicilia “hub” dell’idrogeno
Rosario Lanzafame, ordinario di Macchine e sistemi per l’energia e l’ambiente dell’Unict (hc)

A Catania il confronto tra gli esperti sullo stoccaggio e l’utilizzazione dell’H2 verde nei sistemi “hard to abate”. Tra i progetti più promettenti “Hynego” a Priolo. Il prof. Lanzafame: “Così l’area siracusana può rinascere”

CATANIA – Un convegno, una visione: l’idrogeno verde come chiave della transizione ecologica. Nel Padiglione C2 di Siciliafiera, nell’ambito della diciassettesima edizione di Ecomed, il principale Green Expo del Mediterraneo, riflettori accesi su uno dei temi più cruciali per il futuro energetico della Sicilia e dell’intero bacino euro-mediterraneo: la generazione, lo stoccaggio e l’utilizzazione dell’idrogeno verde nei cosiddetti settori “hard to abate”, ovvero quelli industriali più difficili da decarbonizzare.

L’appuntamento, svoltosi nell’ambito del talk “Generazione, Stoccaggio ed Utilizzazione dell’Idrogeno Verde nei Sistemi Hard to Abate”, ha rappresentato non soltanto un momento di confronto tecnico e scientifico, ma anche la sintesi di una visione strategica regionale che sta prendendo forma concreta, come raccontato dal Quotidiano di Sicilia nell’inchiesta pubblicata lo scorso 12 aprile. A moderare gli interventi il professore Rosario Lanzafame, ordinario di Macchine e Sistemi per l’Energia e l’Ambiente dell’Università di Catania, advisor scientifico del Progetto Hynego Priolo e uno dei massimi esperti del settore in Italia. Presente anche esponenti politici locali, istituzioni del mondo accademico provenienti dagli atenei siciliani di Palermo, Catania, Messina ed Enna Kore. Con loro, stakeholders chiamati a delineare le prospettive di un processo di riconversione energetica senza precedenti nella storia recente dell’Isola. L’occasione del convegno ha coinciso con le valutazioni finali della prima edizione del Master di II livello “Energia e Sostenibilità Ambientale: Idrogeno. Le nuove sfide della Transizione Energetica”, promosso dal Consorzio Unisom con la partecipazione del Cnr-Itae e dei dipartimenti di Ingegneria delle università siciliane.

Un momento di particolare rilievo per sottolineare l’alleanza virtuosa tra formazione avanzata, ricerca e tessuto produttivo, resa possibile grazie al finanziamento dell’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale. Il Master, come è stato ribadito dai docenti intervenuti, rappresenta il primo esempio in Italia di un percorso interateneo specificamente dedicato all’idrogeno rinnovabile e al suo impiego nei processi industriali.

Sicilia impegnata in un salto verso il Green Deal europeo del 2050

Un’esperienza pionieristica che punta a formare figure tecniche e scientifiche capaci di guidare la transizione energetica del futuro, con competenze avanzate nella progettazione di sistemi di produzione e utilizzo di H₂ verde. Temi trattati da Lanzafame riprendendo proprio l’inchiesta del Quotidiano di Sicilia. In prospettiva, l’Isola è impegnata in un salto verso il Green Deal europeo del 2050 con l’obiettivo di divenire Hub di stoccaggio del Mediterraneo per energie pulite o rinnovabili. Passaggio possibile grazie all’idrogeno verde e al South2 Corridor. Il progetto europeo presentato ormai due anni fa a Monaco, è un’iniziativa strategica per la transizione energetica che mira a creare una rete di infrastrutture lunga circa 3.300 chilometri dedicata al trasporto di idrogeno verde. Il tutto con al centro proprio la Sicilia.

Il corridoio sarà in grado di importare fino a 4 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, contribuendo al raggiungimento del 40% degli obiettivi di importazione fissati dal piano europeo REPowerEU. Circa il 65-70% delle infrastrutture necessarie – secondo le stime dell’Europa – sarà costituito da gasdotti già esistenti, riadattati per il trasporto dell’idrogeno, riducendo i costi e accelerando i tempi di realizzazione. E si partirà da Mazara del Vallo, dove è previsto il punto di contatto con l’Europa.

Questo perché Bruxelles si è resa conto che non è in grado di produrre da sola tutto il fabbisogno necessario al Vecchio continente. Ma il piano è integrato anche nel progetto di emancipazione energetica e da fonti di approvvigionamento fossile e da nazioni come Stati Uniti, Russia e Cina che negli anni hanno già cannibalizzato il mercato con investimenti monstre rispetto alla stessa Ue. Il corridoio SoutH2 collegherà i centri di produzione di idrogeno in Nord Africa (Algeria e Tunisia, ndr) con i principali mercati europei, attraversando l’Italia, l’Austria e la Germania. E parte di quei gasdotti sono già presenti proprio in Sicilia, più precisamente nelle province di Messina, Trapani e Caltanissetta. La possibilità concreta – anche secondo la Regione – è dunque quella di sfruttare il corridoio del SoutH2 per la Raffineria di Milazzo, quella più vicina al collegamento con il SoutH2.

Il progetto dell’Hynego Priolo

E poi c’è il progetto dell’Hynego Priolo, impianto di generazione di idrogeno verde da elettrolisi dell’acqua che sarà realizzato all’interno della Raffineria Isab, nel cuore del polo petrolchimico di Priolo Gargallo. Un’infrastruttura definita strategica a livello nazionale, che si appresta a divenire il simbolo della riconversione green dell’industria siciliana. Il progetto prevede una prima installazione da 100 MW di potenza, con possibilità di espansione fino a 300 MW. Si tratterebbe, nei fatti, di uno dei più grandi impianti di produzione di idrogeno verde d’Europa, capace di rappresentare un punto di svolta anche in termini di sostenibilità economica e replicabilità in altri contesti ad alta intensità energetica.

“L’impianto di Priolo può rappresentare l’inizio di un percorso, l’unica possibilità che ci rimane di nobilitare una terra maledetta, vilipesa, maltrattata” ha spiegato il professore Lanzafame. “Priolo è stata trasformata da prima colonia greca a discarica petrolchimica – ricorda l’ordinario di UniCt – ma ora può diventare il luogo dello switch, del passaggio da un passato tossico a un futuro sostenibile.”

Regione Sicilia che crede nell’Idrogeno

Le tecnologie previste sono pensate per massimizzare l’efficienza e ridurre al minimo l’impatto ambientale. L’idrogeno verde prodotto sarà destinato a sostituire quello “sporco”, derivato da fonti fossili, ancora oggi impiegato nei cicli industriali di raffinazione. Un cambiamento epocale che ridurrà significativamente le emissioni di CO₂, contribuendo agli obiettivi europei di decarbonizzazione. Regione Sicilia che crede nell’Idrogeno, come dimostra la candidatura a ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno, istituire un Osservatorio Regionale dedicato, finanziare il Master interateneo e — non ultimo — destinare risorse del PNRR ai progetti delle Hydrogen Valleys.

Il valore aggiunto del progetto Hynego consiste anche nella possibilità di offrire servizi di stoccaggio per l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e, conseguentemente, contribuire al bilanciamento e alla stabilità della rete elettrica regionale. In una Sicilia che si conferma hub naturale delle energie pulite nel Mediterraneo, l’integrazione tra impianti di produzione, infrastrutture di rete e distretti industriali rappresenta la chiave di volta per un sistema energetico autosufficiente, resiliente e competitivo.

L’Ecomed 2025 ha assunto una ulteriore rilevanza, anche sotto il profilo istituzionale, per il passaggio di testimone dell’Assessorato all’Energia, che ha visto Francesco Colianni succedere a Roberto Di Mauro. “La persona è giovane, dinamica, capace. Un politico di alto profilo, con un’esperienza amministrativa consolidata”, ha commentato Lanzafame sul nuovo assessore.

“Abbiamo apprezzato la sua volontà di convocare, come primo atto, l’Osservatorio Regionale sull’Idrogeno – conclude il docente – Una cabina di regia permanente, un luogo di confronto tra università, centri di ricerca, istituzioni e imprese di tutta la Sicilia. Un gesto che indica non solo volontà, ma metodo. Priolo può così rinascere”.