Secondo l’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia, datato novembre 2025, “nel primo semestre del 2025 l’attività economica in Sicilia, seppure in leggero rallentamento, ha continuato a espandersi: in base all’Indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter), il prodotto è aumentato dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crescita regionale si è confermata superiore a quella media nazionale e a quella del Mezzogiorno”.
Nell’industria e nei servizi privati non finanziari “le aziende con fatturato in aumento nei primi nove mesi dell’anno hanno prevalso su quelle che ne hanno registrato un calo; i risultati reddituali si sono confermati positivi per la maggior parte delle imprese, alimentando ampie disponibilità liquide. Le aspettative a breve termine sono cautamente positive. “Nell’edilizia l’attività si è mantenuta sui livelli elevati degli ultimi anni, sospinta dalla realizzazione di lavori pubblici e dalla ripresa del mercato immobiliare. Nel primo semestre le esportazioni di merci sono diminuite nel complesso, ma sono risultate in aumento al netto della componente petrolifera, la cui incidenza è scesa a circa la metà del totale. La diminuzione dei prestiti al comparto produttivo si è attenuata nei mesi estivi grazie alla riduzione del costo del credito. È proseguita la crescita del reddito delle famiglie siciliane e della spesa per consumi, aumentati rispetto alla media nazionale”.
Secondo i dati Inps e Istat, “l’occupazione ha continuato ad aumentare, sebbene con un’intensità inferiore rispetto al 2024, mostrando comunque un tasso di crescita più elevato della media nazionale”.
Gli investimenti pubblici degli enti territoriali, in leggera flessione nel 2024, hanno invertito la tendenza nel primo semestre del 2025 crescendo in misura consistente. Di queste dinamiche hanno beneficiato le imprese del comparto: tra quelle che hanno partecipato al sondaggio, sette su dieci hanno ricevuto commesse da Amministrazioni pubbliche nel biennio 2024-25; inoltre, quasi la metà ha segnalato, per i primi nove mesi del 2025, un aumento degli ordini determinato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il mercato immobiliare ha mostrato segnali di vivacità, con un incremento significativo delle compravendite di abitazioni nel primo semestre di quest’anno (7,3 per cento), dopo la sostanziale stabilità dell’anno scorso; è proseguita la crescita delle quotazioni (3,9 per cento).
Tutto bene allora? Non proprio: leggendo attentamente le pagine del rapporto, analizzando i grafici, si evince che il tasso di disoccupazione si è confermato su livelli doppi rispetto al dato italiano. Il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni è salito dal 45,9 per cento, al 47,3 contro il 49,9 nel Mezzogiorno e il 62,6 in Italia.
“L’attività del settore industriale è cresciuta moderatamente, con alcuni segnali di rallentamento”. Secondo i risultati del Sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi della Banca d’Italia (Sondtel), condotto tra settembre e ottobre su un campione di quasi 150 imprese siciliane dell’industria con almeno venti addetti, nei primi nove mesi del 2025 le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che ne hanno registrato un calo, ma “rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il saldo è tuttavia diminuito, così come quello relativo alle quantità vendute”.
Nel primo semestre del 2025 è proseguita la riduzione delle esportazioni di merci siciliane (-11,2 per cento a prezzi correnti); la dinamica è stata più intensa rispetto al Mezzogiorno e di segno opposto alla media nazionale (rispettivamente -2,8 e 2,1 per cento). Il calo è dipeso dal settore petrolifero, il cui peso sul totale dell’export regionale è sceso sotto la metà; sulla diminuzione del valore delle vendite del comparto (-28,1 per cento;) hanno inciso sia l’andamento delle quantità (-15 per cento circa) sia quello delle quotazioni. Le esportazioni di prodotti non petroliferi sono aumentate del 15,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, più della media nazionale: al calo nel settore chimico e farmaceutico si è contrapposto il forte incremento nell’elettronica, nella cantieristica e nell’agro-alimentare. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di oltre il 50 per cento: il calo è stato più marcato per i prodotti petroliferi e per gli apparecchi elettrici, mentre sono aumentate le esportazioni di prodotti agro-alimentari e farmaceutici; su questi ultimi, in crescita soprattutto nel secondo trimestre, potrebbe aver inciso – secondo i dati del Bollettino economico – l’anticipazione degli acquisti da parte degli importatori statunitensi in vista del rialzo dei dazi. Secondo i risultati di Sondtel, circa la metà delle imprese che esportano negli Stati Uniti si attende una riduzione delle vendite verso questo paese nell’ultimo trimestre del 2025.
Per quanto riguarda il turismo, i pernottamenti negli alberghi sono diminuiti del 4 per cento (erano cresciuti del 5,5 nell’intero 2024) anche se c’è stata una certa crescita delle presenze nelle strutture extra-alberghiere. Tra le province, le contrazioni più forti hanno riguardato Trapani e Ragusa, mentre Palermo e Siracusa hanno segnato un lieve incremento e sono rimaste deluse le aspettative su Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. Il numero di passeggeri in arrivo e in partenza dagli aeroporti siciliani è rimasto sostanzialmente stabile, a fronte di una crescita significativa nel Mezzogiorno e in Italia. Nei primi sei mesi del 2025 il traffico passeggeri nei porti dell’Isola è cresciuto del 7,1 per l’incremento dei crocieristi.
Al di là poi di tutti questi dati, la Sicilia, in questi giorni, ha conquistato la ribalta nazionale per il livello di corruzione di una parte della classe politica e per lo sfascio della sanità pubblica.
Pina Travagliante
Professore ordinario di Storia del pensiero economico dell’Università degli Studi di Catania

