Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, parla della situazione economica italiana parlando dei fattori di forza e rischio
“Oggi sta a noi mantenere e consolidare i punti di forza della nostra economia e tenere sotto controllo i conti pubblici“, lo ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento all’Analysis: Forum Istituzionale.
“In condizioni di emergenza – ha aggiunto Ignazio Visco – finanziare le spese correnti in disavanzo può consentire di prestare attenzione alle necessità di giustizia sociale e di protezione per chi è particolarmente danneggiato dalle crisi e dai cambiamenti”.
“Scostamento non può diventare norma”
“Lo scostamento di bilancio è uno strumento di stabilizzazione macroeconomica, ma – chiarisce il governatore – non può diventare la norma: un disavanzo elevato e persistente non è sostenibile, si traduce inevitabilmente in un aumento del peso del debito”.
“La via per ottenere progressi duraturi passa per lo sviluppo economico, per la valorizzazione del lavoro e dell’investimento”, ha sottolineato Visco.
“Grandi progressi con il Pnrr”
Visco si è poi soffermato sugli investimenti da effettuare attraverso il Pnrr: “Netti progressi potranno essere conseguiti mediante i programmi di investimento e le riforme previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Si tratta di un Piano di dimensioni finanziarie importanti i cui obiettivi – accelerare la doppia transizione, ‘verde’ e digitale, potenziare l’istruzione e la ricerca, colmare i ritardi del Mezzogiorno – non possono che essere condivisi tra le forze politiche”.
“Programmi di investimento e riforme non sono dettati da Bruxelles”
“Il Paese – ha sottolineato – è sulla strada giusta: il successo nel completare i principali programmi di investimento, oggi tutti in fase di avvio, e le connesse riforme, che non sono ‘dettate’ da Bruxelles ma sono nel nostro stesso interesse, sarà essenziale per rafforzare il potenziale di crescita nonché per contrastare i rischi, anche finanziari, determinati dall’aumento dell’incertezza a livello globale”.
“Aumento inflazione? Guerra fattore importante”
Per l’aumento dell’inflazione “il fattore più importante è stato lo scoppio della guerra” e “mentre le quotazioni dei futures avevano continuato a scontare prezzi in discesa di petrolio e gas sino alla fine dello scorso anno, il conflitto ha lasciato i prezzi, non solo quelli correnti, ma anche quelli attesi, su valori molto elevati“.
“Le ripercussioni dei rincari dell’energia sull’inflazione, che erano quindi da valutare come temporanee per le attese diffuse di effetti base che sarebbero presto divenuti negativi, sono invece divenute più persistenti”.