Come nel capolavoro di Francoise Truffaut, Effetto Notte, il film che autoreferenzialmente parla di cinema, trama della storia, stava andando male con una serie di casini personali tra i protagonisti, ma poi miracolosamente per il regista finisce bene, e conclude il film che aveva scritto.
Così non darei per scontata la caduta di Draghi. Il governo è caduto, la strategia politica dietro Draghi no. La strategia tendeva a cambiare, destabilizzandolo, il quadro politico italiano. Pericoloso per l’Europa e per la Nato. Ed è il motivo per cui Berlusconi e Salvini hanno fatto cadere il governo. Loro avevano capito che la strategia Draghi li avrebbe detronizzati. Ma non solo loro. Di fatto ha fatto fallire il campo largo giallorosso, affondando Conte e mandando un aut aut alla segreteria Letta. Anche questo film è molto autoreferenziale, parla di politica e di politici, perché tutto gli italiani volevano tranne una crisi.
Ma questo progetto di Draghi è ancora in campo, ha dietro sponsor importanti e recupererà ceti produttivi spaventati dall’avventurismo politico. E gli effetti saranno di più lunga gittata. Già ci sono i primi fuoriusciti in FI, altri seguiranno. Dopo il voto ci sarà la resa dei conti, che non torneranno, nella Lega. Stessa cosa succederà al PD se non cambia velocemente rotta, altro che Jus soli o De Zan, ma Nato e conti in ordine. L’Effetto Draghi ci accompagnerà durante l’estate elettorale che Mattarella vuole il più corta possibile per tenere in memoria agli italiani, malati di Alzheimer, le responsabilità della crisi. Molte proposte ed agende di governo si riferiranno a Lui, che rimarrà sullo sfondo, sempre a Palazzo Chigi. L’Effetto rimarrà. E Lui? Si vedrà.
Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo

