Efficientare la sanità tagliando gli sprechi - QdS

Efficientare la sanità tagliando gli sprechi

Carlo Alberto Tregua

Efficientare la sanità tagliando gli sprechi

giovedì 13 Giugno 2024

Costa circa 200 miliardi

Non vi sorprenda quanto andiamo scrivendo e cioè che deprechiamo con tutta onestà le menzogne che si sono dette all’intero Paese durante la campagna elettorale circa il costo della sanità, continuando a blaterare che lo Stato dovrebbe mettere più soldi nel settore in quanto l’Italia spende poco per curare i/le propri/e cittadini/e.

Non sappiamo quanto direttori, giornalisti e professori leggano le carte e chiedano alle fonti i dati veri, però resta il fatto che le fonti di finanziamento complessivamente per l’apparato sanitario pubblico a conduzione pubblica – diverso dall’apparato sanitario pubblico a conduzione privata – sono almeno quattro. Ve le elenchiamo.

Lo Stato, nel suo bilancio 2024, ha previsto 135 miliardi di erogazione finanziaria distribuita alle venti Regioni – di cui cinque a Statuto speciale – e alle due Provincie autonome. Sono proprio Regioni a Statuto speciale e Province autonome che in più mettono di proprio nel calderone altri miliardi. Per esempio, la Sicilia per l’anno in corso ne mette altri 4,7.

Poi vi sono le Regioni a Statuto ordinario che mettono altri soldi nella Sanità. E infine l’apparato pubblico a conduzione pubblica ha altre entrate proprie dovute all’intramoenia, cioè a tutte quelle cure che sono effettuate all’interno degli ospedali, ma che vengono pagate dai/dalle cittadini/e.

Cosicché, se non andiamo errati, facendo un calcolo approssimativo – in attesa che gli uffici interpellati ci diano dati precisi – stimiamo che la Sanità al popolo italiano costi intorno a duecento miliardi. A questa cifra vanno addizionate altre decine di miliardi che i/le cittadini/e pagano agli ospedali privati.
Dall’insieme delle cose descritte emerge un dato molto preciso e cioè che la Sanità non vale il 6,4 per cento del Pil, ma forse si avvicina al dieci per cento, il che pone il nostro Paese, nell’apposita graduatoria, sopra la Germania e la Francia, tra i primi posti.

Se venissero pubblicati questi elementi, poi riportati sui social, televisioni e radio, oltre che sui giornali, il popolo italiano avrebbe contezza di una situazione ben diversa da quella che hanno rappresentato gli esponenti dei vari partiti, o perché ignoranti o perché falsi.

Dunque, il nostro sistema sanitario non ha bisogno di ulteriori risorse, bensì di un riordino efficace dell’organizzazione di Asp, ospedali e simili; una riorganizzazione effettuata con modelli moderni, adottati, per esempio, nelle sanità anglosassoni (Usa, Gran Bretagna, Australia, eccetera), ma anche nella sanità francese, che da copiare.

Si può stimare, a occhio e croce, che un riordino dell’organizzazione e dei processi potrebbe portare a un risparmio oscillante fra il dieci e il venti per cento della spesa complessiva, vale a dire alcune decine di miliardi, che potrebbero essere reinvestiti nel sistema aumentandone l’efficienza, tagliando rigorosamente le liste d’attesa e facendo lavorare i macchinari dodici o ventiquattro ore al giorno.
Come si evince da quanto prima scritto, il problema finanziario di fatto non esiste e tutti quelli che lo citano lo fanno per ingannare l’opinione pubblica, in quanto la chiave risolutiva è all’interno del malfunzionamento dell’intero sistema sanitario.

L’efficientamento dell’organizzazione dell’apparato diventa per conseguenza primario, dal momento che le risorse destinate al suo funzionamento sono sufficienti. Ma esso non può essere fatto da dirigenti incompetenti e non adeguati a gestire migliaia di persone e a spendere decine di miliardi.

Dovrebbe essere un titolo essenziale per la nomina di tali direttori generali di Asp e Aziende ospedaliere (Ao) un master nelle migliori università del mondo, all’estero e, perché no, in Italia. Non sappiamo, ma non crediamo che alcuno delle centinaia di dirigenti della sanità, che oggi operano nel nostro Paese, abbia tale titolo. E se qualcuno lo ha, sicuramente la sua gestione sarà funzionale, attiva ed efficiente.

Perché la questione di fondo risiede nella competenza, che non si acquisisce per virtù dello Spirito Santo, bensì frequentando appositi corsi nelle Facoltà universitarie più prestigiose al mondo.
Sappiamo che molti criticheranno questo scritto, ma esso dice la verità, che se punge non è colpa di chi la dice, ma della verità stessa.

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