Roma, 16 dic. (askanews) – Secondo il nuovo parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, la probabilità che il ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) riscontrato nelle vacche da latte statunitensi raggiunga l’Europa è molto bassa. Tuttavia, gli esperti dell’Efsa concludono che, qualora il virus arrivasse, l’impatto sui Paesi dell’UE potrebbe essere significativo. Per garantire la preparazione, l’Efsa raccomanda di sensibilizzare allevatori e veterinari e di rafforzare la sorveglianza per la diagnosi precoce.
Come richiesto dalla Commissione europea, l’Efsa si è concentrata sul rischio di infezione dei bovini da latte e del pollame dell’UE con lo specifico virus del genotipo H5N1 che circola nei bovini da latte statunitensi e ha delineato possibili misure di mitigazione per prevenirne l’introduzione e la diffusione in Europa. Queste potrebbero includere alcune restrizioni commerciali dalle regioni colpite e una pulizia accurata delle attrezzature di mungitura. In caso di focolaio, si consiglia un’azione coordinata sia nel pollame che nelle vacche da latte, per ridurre l’impatto complessivo.
Per prevenire la diffusione, gli esperti raccomandano di limitare la movimentazione dei bovini nelle aree colpite, di evitare lo scambio di lavoratori, veicoli e attrezzature tra allevamenti e di applicare rigorose misure di biosicurezza. Queste misure contribuiranno anche a contenere altri ceppi di HPAI già presenti in Europa.
La valutazione dell’Efsa esamina anche la possibilità che il virus venga trasmesso attraverso gli alimenti. La principale via di esposizione dei consumatori al virus sarebbe attraverso il consumo di latte crudo, colostro crudo o panna di latte crudo. Tuttavia, gli esperti sottolineano che il trattamento termico come la pastorizzazione è altamente efficace nel ridurre la presenza del virus nel latte e nei prodotti lattiero-caseari. L’Efsa segnala anche che non sono noti ad oggi casi di infezione umana di origine alimentare con questo specifico genotipo.

