Elezione diretta del Premier C’è bisogno di un Capo non di quaquaraquà - QdS

Elezione diretta del Premier C’è bisogno di un Capo non di quaquaraquà

Carlo Alberto Tregua

Elezione diretta del Premier C’è bisogno di un Capo non di quaquaraquà

giovedì 12 Dicembre 2019

Non viene spiegato dai membri del governo, né dal suo Capo, che il debito pubblico, in continuo aumento, è un cappio al collo dello sviluppo, della crescita e dell’occupazione. Più debito c’è da pagare, meno risorse vi sono per tagliare l’enorme pressione fiscale, per investire in infrastrutture e riparazione del fragile territorio, per sostenere l’apparato produttivo, per finanziare la ricerca e via enumerando.
Politici in mala fede continuano a sostenere che l’indebitamento ulteriore rispetto all’attuale montagna che gravita sugli italiani serve per combattere la povertà, per aumentare i servizi sociali, per alimentare la cassa integrazione ordinaria e straordinaria e così via.
È vero. Ma così si distribuisce povertà e non ricchezza e a lungo andare il sistema si rompe, com’è già accaduto in questi decenni alla Spagna, al Portogallo e alla Grecia. Cosicché in quei Paesi si è abbattuta la mannaia su pensioni, stipendi pubblici, assistenza sociale ed altro, per non parlare del fatto che quegli Stati sono stati costretti a vendere gioielli di famiglia, quali importanti infrastrutture con porti, aeroporti, ferrovie e altro.

Avere il debito pubblico sotto il cento per cento del Pil, come in Germania o Francia, o sopra il centotrentacinque per cento, come in Italia, fa un’enorme differenza perché mentre nei primi due Paesi vi è spazio di manovra economica, nel nostro tale spazio è esaurito.
Quindi, tutti i responsabili di governo e maggioranza, nonché di una becera opposizione come quella della Lega, quando citano la metà della questione e cioè la spesa senza fare riferimento a come essa debba essere coperta se non indebitandosi, ingannano profondamente i cittadini, i quali bevono qualunque cosa perché non dotati di sufficienti conoscenze.
In questo quadro, grande responsabilità hanno i giornalisti di qualunque mezzo perché non spiegano con chiarezza i termini della questione, ma anzi continuano ad aumentare la nebbia, non sappiamo se in buona o in mala fede.
La grande diffusione dell’informazione sui media sociali non ha contribuito ad aprire gli occhi e ad attivare le orecchie degli internauti, anzi ad aumentare la confusione perché ciò che si legge è frammentato e non collegato. Ciò accade in quanto gli stessi, spesso, non sono dotati di sufficienti conoscenze per mettere insieme tali informazioni, in modo da trarne un senso compiuto.
La disastrosa situazione del debito italiano è conseguente ad una politica fragile, i cui rappresentanti non vengono scelti in base alle loro capacità ed onestà, ma con metodo clientelare ed anche casuale.La mancanza di stabilità scaturisce dall’incapacità della classe politica di portare avanti programmi poliennali che guardino lontano.
In Germania, negli ultimi trent’anni, vi sono stati solo tre cancellieri; in Italia, nello stesso periodo, oltre venti presidenti del Consiglio.
Ed ecco che giungiamo al nodo della questione: come raggiungere una stabilità politica pluriennale?
A nostro sommesso avviso c’è bisogno di un capo vero, carismatico, possibilmente in concorrenza con un altro capo avente le stesse qualità, in modo da consentire ai cittadini di scegliere il meglio e non il peggio.
Per altro, il quarantotto per cento degli italiani chiede l’uomo forte per cui serve un vero capo, non un quaquaraquà, come tanti approdati ai vari governi, con una legge maggioritaria per l’elezione diretta del Capo dello Stato.

Per raggiungere i risultati di cui prima, occorre che i cittadini possano scegliere il Capo dello Stato con suffragio diretto, come in tanti Paesi che funzionano meglio del nostro.
E poi una legge maggioritaria a due turni per le elezioni dei parlamentari, già opportunamente ridotti a seicento (duecento senatori e quattrocento deputati), sempre che non intervenga un referendum confermativo che invece neghi questa importante ed opportuna riforma.
Il Capo dello Stato eletto dai cittadini sarebbe una sorta di “Sindaco d’Italia”, una riforma che propose a suo tempo Mariotto Segni, figlio del Presidente della Repubblica, Antonio, venuto al nostro forum pubblicato il 22 febbraio 1992.
Ma allora, come ora, la riforma non convenne perché i politicanti preferirono la confusione e l’indeterminazione piuttosto che la chiarezza delle scelte.
Questo è il quadro da valutare e su cui occorre riflettere.

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