Nel novantasettesimo anniversario della marcia su Roma, Donatella Tesei, candidata della destra nelle consultazioni per eleggere il presidente della Regione Umbria, ha superato il 57% dei consensi e stravinto sul Bianconi, sostenuto da un’inedita alleanza tra M5s e Pd.
I numeri parlano chiaro: la Lega Nord ha ottenuto il 36,9% e Fratelli d’Italia il 10,4%. Ha sostanzialmente tenuto (22,3 % contro il 35, ma c’è da considerare la scissione con Italia Viva) il Pd, mentre sono precipitati M5s (7,4%) e Fi (5,4%). E poiché probabilmente prevedeva il tracollo del partito di Berlusconi, ieri Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars, aveva annunciato di voler rilanciare il “Partito del Sud” (leggi qui).
Di vittoria della “destra estrema” ha parlato subito Enrico Rossi, presidente della Toscana, probabilmente anche per via del collegamento della Lega Nord con i gruppi neofascisti segnalato nella recente inchiesta della trasmissione Report. Partendo da quanto scritto dal giornalista Claudio Gatti nel suo recente libro “I demoni di Salvini. I postnazisti e la Lega”, Report ha intervistato l’estremista di destra milanese Maurizio Murelli, condannato a diciotto anni di reclusione per il cosiddetto “giovedì nero di Milano”, quando, negli scontri tra polizia e neofascisti, morì l’agente Antonio Marino, colpito in petto da una bomba a mano.
Murelli a Report parla di Lega Nord e neofascismo
Murelli, a Report, ha confermato la tesi di Gatti secondo la quale lui stesso avrebbe individuato nella Lega Nord il partito che avrebbe potuto veicolare i temi della destra estrema, del neofascismo. Ma non solo.
Murelli, negli ultimi anni attivo con la sua casa editrice nella traduzione in italiano dei libri del filosofo bolscevico russo Alexander Dugin, secondo Gatti avrebbe trasformato Salvini in un “agente di influenza” del presidente russo Vladimir Putin in Europa.
E dall’inchiesta di Report emerge come un autentico fiume di denaro giunge dalla Russia e dai suoi oligarchi – che non hanno negato la circostanza – per sostenere l’alleanza tra estrema destra e cattolicesimo oltranzista, quello che vede come il fumo negli occhi la politica di Papa Francesco.
L’inchiesta di Report sotto processo alla Rai
Nell’inchiesta di Report – messa sotto processo nel corso del Cda Rai da Igor De Biasio, in quota Lega, e Gianpaolo Rossi, in quota FdI – spiega come nel giro di pochi anni Matteo Salvini abbia trasformato un partito antimeridionale e secessionista come la Lega in un movimento sovranista. Nello stesso periodo, l’ex ministro dell’Interno ha iniziato a ostentare simboli religiosi in pubblico e sui social, posizionando il suo partito sulla difesa delle radici cristiane.
Secondo Report, come si legge nella presentazione dell’inchiesta, “c’è un filo nero che collega la metamorfosi leghista allo scandalo del Metropol di Mosca in cui sono rimasti impigliati Matteo Salvini (seppur non indagato) e il suo ex portavoce Gianluca Savoini”. E Report ha raccontato “come la trattativa della Lega per i soldi e il petrolio russo è solo una tessera di un mosaico molto più ampio, che vede sullo sfondo la nascita di un asse internazionale tra forze estremiste in Russia e negli Stati Uniti. Un mosaico in cui Matteo Salvini e la Lega sono solo le pedine di un progetto internazionale che punta alla destabilizzazione dell’Unione Europea”.
Report ha incontrato Konstantin Malofeev, detto l’Oligarca di Dio, uno dei russi più ricchi e più vicini a Vladimir Putin.
“Negli ultimi anni, Malofeev – si legge nella presentazione – ha finanziato partiti di estrema destra in Europa e nel 2013 ha fondato una nuova Santa Alleanza tra le associazioni ultratradizionaliste russe e le più potenti fondazioni della destra religiosa americana, che hanno riversato in Europa oltre un miliardo di dollari negli ultimi dieci anni. Dal 2013 a oggi, Gianluca Savoini e Matteo Salvini sono andati spesso a Mosca a incontrare l’Oligarca di Dio. Che cosa si sono detti?”.
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“La Lega di Salvini. Estrema destra di governo”
Nei mesi scorsi aveva fatto scalpore il fatto che il libro “La Lega di Salvini. Estrema destra di governo” uscito nel settembre del 2018 e scritto da Gianluca Passarelli e Dario Tuorto, fosse stato oggetto di un’interrogazione davanti alla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Gli esponenti leghisti si chiedevano se fosse il caso che il volume venisse fatto studiare all’Università poiché i docenti, dipendenti pubblici, “sono tenuti a un dovere di lealtà verso lo Stato”. Una cosa da Minculpop, insomma, come aveva scritto non un pericoloso comunista per l’Unità, ma un elegante analista come Guido Vitiello per “Il Foglio”.
“Non parliamo di fascismo!” ammonisce spesso Salvini, che però a destra continua ad ammiccare, vista la gran quantità di nostalgici che si va appalesando.
Tremila persone a Predappio con gli Arditi
C’erano infatti circa tremila persone a Predappio per la manifestazione organizzata dagli Arditi d’Italia in occasione del 97esimo anniversario della marcia su Roma che il 28 ottobre 1922 portò il fascismo al potere.
Una dozzina i grossi pullman arrivati prevalentemente da Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna con il loro carico di slogan polverosi, tricolori e saluti romani.
Il corteo ha raggiunto il cimitero di San Cassiano dove si trova la cripta di Benito Mussolini cui il paese dell’Appennino forlivese ha dato i natali.
L’Associazione partigiani, “Apologia del fascismo”
Secondo l’Anpi la manifestazione è stata “un’apologia del fascismo”.
“Nessuno ha obiezioni sul fatto che la famiglia tenga lì Mussolini – ha detto Gianfranco Miro Gori, presidente della sezione provinciale dell’Anpi – ma deve essere appunto una tomba di famiglia, non un mausoleo del fascismo, con tanto di scritte ‘Viva Mussolini’. Questo è illegale. Non siamo affatto nella dimensione della tomba di famiglia ed è questo che non va assolutamente bene”.
“Invitiamo tutti quanti alla vigilanza – ha concluso – e ci sentiamo, in questo luogo, vista la sua valenza simbolica, di rappresentare tutti i democratici e gli antifascisti d’Italia”.
Sì, perché il 28 ottobre è anche l’anniversario della liberazione di Predappio dall’occupazione nazifascista nel 1944.

