Intervista al candidato sindaco del centrodestra: “Per la mia Giunta chiedo presenze autorevoli e integerrime. Va rivista la possibilità di assumere solo in base alla capacità finanziaria
Manca poco più di un mese al voto a Catania. Quaranta giorni circa che vedranno i candidati impegnati a convincere i catanesi non solo per chi votare ma anche e soprattutto per partecipare al voto, invertendo la tendenza verso l’astensionismo. Lo sa Enrico Trantino, candidato della coalizione di centrodestra. “Quello dell’astensionismo purtroppo è un fenomeno diffuso – afferma. Mi piacerebbe che chi non va a votare, esprimesse il proprio punto di vista nella scheda elettorale, perché secondo la visione greca la democrazia è il governo per il popolo e non del popolo. Per questa ragione, se la gente desidera essere amministrata meglio deve esprimersi”.
In occasione della conferenza stampa durante la quale la sua candidatura è stata presentata alla città, come da lei evidenziato, non c’erano donne. Quante faranno parte di una eventuale giunta?
“Questa più che opportunità, è un’esigenza. Quando io chiedo la presenza di donne non lo faccio per rispondere a pressioni di etichetta né tantomeno per eseguire una sorta di tendenza. Lo faccio perché so quanto la donna sia molto più efficiente ed efficace dell’uomo”.
In relazione alla sua candidatura, la situazione sembrava compromessa, come avete trovato la quadra?
“Non ho seguito tanto quello che è successo prima. So che, a un certo punto, si è creata una condizione di stallo. Poi, ho ricevuto la telefonata di Giorgia Meloni che mi ha chiesto se ero disponibile a candidarmi. In altre occasioni ci avrei pensato, ma se me lo chiede il mio premier…”
Qual è oggi il clima all’interno della coalizione?
“Ho registrato una sintonia assoluta con tutte le forze politiche. Probabilmente, sta maturando la consapevolezza che abbiamo già superato il punto di non ritorno per questa città e quindi c’è il bisogno di invertire la rotta”.
Ci può anticipare la composizione della Giunta? Sceglierà in caso di vittoria personalità che siano preparate nell’ambito delle deleghe che riceveranno?
“Nessuna anticipazione. Posso dire che saranno presenze autorevoli, dove per autorevoli non intendo certamente laureati alla Sorbonne o che abbiano compiuto chissà quali master. Chiedo gente innanzitutto affidabile, integerrima e che può certamente dare una spinta propulsiva all’amministrazione. Persone capaci di governare, di amministrare, di organizzare i dirigenti, di gestire le varie criticità che ci sono all’interno degli uffici comunali. Perché io faccio tesoro della mia esperienza”.
Ma non sarà facile accontentare tutte le anime della coalizione. Come si comporterà?
“Mi sono limitato a puntualizzare le regole di ingaggio, nel senso che ho chiesto a ciascuno dei cinque partiti che mi sostengono di designare un candidato assessore. Poi, ho fatto presente che comunque desidero che la designazione sia a me gradita, pertanto di darmi delle rose di nomi”.
La foto che abbiamo visto pubblicata con Pietrangelo Buttafuoco quindi non è un indizio?
“Vuol dire tanto per me perché considero Pietrangelo uno delle più belle espressioni della cultura italiana. È straordinario e siamo legati da un rapporto di amicizia ultra decennale”.
Come si comporterà nei confronti di eventuali incandidabili presenti nelle liste che la sostengono?
“Ciascuno si assume la responsabilità delle liste che presenta. Chiedendo però che ciascuna candidatura venga accompagnata da casellario giudiziale e certificato dei carichi pendenti. Ho chiesto anche un’autodichiarazione. Vorrei evitare che ci possano essere candidature equivoche ma non dimentico che ho una cultura anche garantista e non vorrei che ci fossero strumentalizzazioni”.
Da ex assessore all’Urbanistica, chi vede al suo posto in una eventuale Giunta?
“Ovviamente ho in mente dei nomi ma sarei irriguardoso nei confronti degli alleati se facessi fughe in avanti. Sotto il profilo urbanistico, dobbiamo ritrovare una comunicazione con il mare. Che si basa da una decisione determinante: il finanziamento del nodo Catania che permetterebbe l’interramento dei binari, liberando il waterfront. Questo è elemento determinante del programma. Mi si farà notare che io sono stato favorevole alla collocazione della Cittadella giudiziaria in viale Africa. Stiamo parlando di un posto che è a 400 metri dal mare, interrotto dai binari. L’interramento dei binari stabilirà una vera connessione con il mare: questo diventa la catena portante. Poi, bisognerà mandare in consiglio comunale le linee preliminari del Pug, perché è vero che noi con l’amministrazione Pogliese abbiamo approvato il Piano di dettaglio del centro storico, primo intervento di pianificazione approvato a Catania dal 1969. Ma è anche vero che adesso bisogna creare le condizioni per uno sviluppo armonico”.
Cosa può dirci della questione sicurezza?
“Quello della sicurezza è il primo problema e non bisogna nasconderlo. Il sindaco non ha poteri di ordine pubblico, oltretutto abbiamo un corpo di polizia locale sottodimensionato. Ma il sindaco deve proporre azioni virtuose: ho pensato a un’interlocuzione con il ministro Crosetto perché mandi a Catania militari per occupare il territorio. Non per reprimere, ma per fare vedere la presenza dello Stato nelle zone sensibili”.
Cosa ritiene di poter fare per il problema della mancanza di personale al Comune?
“Già la deputazione di FdI catanese si sta muovendo, d’accordo anche con altre forze politiche, per eliminare alcuni lacciuoli previsti dalla normativa. La possibilità di assumere solo in base alla capacità finanziaria va rivista, perché è ovvio che se non si ha il personale sufficiente è difficile acquisire risorse”.