PALERMO – Le elezioni di secondo livello per Presidenze e Consigli delle ex Province stanno causando uno stress test tra i partiti che in Sicilia devono mettere in atto accordi e conteggi dei voti tutt’altro che scontati. Spaccature e crepe stanno infatti caratterizzando le coalizioni, malgrado sul piano regionale la politica ha messo da parte le attività legislative all’Ars per concentrarsi interamente sul territorio, sugli accordi, sugli elettori di secondo livello. Frizioni in Fratelli d’Italia nel siracusano tra Carlo Auteri e il resto della delegazione meloniana per alcune scelte fatte nella provincia. Francesco Implatini, dirigente regionale del partito della premier interviene sull’uscita dell’autosospeso deputato regionale ricordando il suo ruolo e chi lo ha portato a Palazzo dei Normanni.
Poco distante la provincia di Ragusa, dove è la coalizione questa volta che manifesta divisione. La Democrazia cristiana di Totò Cuffaro è con il candidato sponsorizzato dal deputato regionale Ignazio Abbate, mentre il resto del centrodestra che governa la Regione ha scelto un’altra candidatura, esattamente come nella provincia di Agrigento.
In quest’ultimo caso però a dividersi non è soltanto la maggioranza di governo ma anche l’opposizione. L’Alternativa. Nel Libero Consorzio comunale di Agrigento, la lista progressista non ha presentato un proprio candidato. Si sfideranno quindi Stefano Castellino e Giuseppe Pendolino. Il primo sostenuto dalla Dc di Cuffaro e il secondo dal resto del centrodestra ma non solo. Perché secondo le segreterie regionali di Avs e Controcorrente, “in tanti, troppi territori però l’unità del campo progressista è crollata davanti alle ambizioni di alcuni esponenti locali”.
Così, con una nota congiunta firmata da Pierpaolo Montalto, segretario regionale Sinistra italiana, Antonella Ingianni e Mauro Mangano co-portavoce regionale di Europa verde e il deputato regionale e presidente del movimento Controcorrente Ismaele La Vardera, affermano che ad Agrigento “dove, nonostante non si sia presentata ufficialmente la lista alternativa del campo progressista, sia il Pd che il M5s hanno presentato loro candidature autorevoli nella lista a sostegno del sindaco di Aragona Pendolino e riteniamo questa scelta un grandissimo errore per la confusione che si ingenera in un elettorato siciliano sempre più disilluso e per il venire meno di qualsiasi coerenza con quanto dichiarato congiuntamente dal campo progressista, tutto appena poche settimane fa”.
Montalto, La Vardera, Ingianni e Mangano, sottolineano: “Abbiamo condiviso con il M5s e con il Pd un percorso per le provinciali cercando di costruire una colazione unita e credibile e una lista chiamata Alternativa. Lo stesso nome contiene la mission del progetto: sostenere candidati che rappresentino l’alternativa vera al governo fallimentare di Schifani”.
Ma il candidato alla presidenza della ex Provincia di Agrigento, il sindaco di Aragona Giuseppe Pendolino, è sostenuto da Forza Italia e dal partito di Miccichè, Lagalla e Lombardo, e questo non sta bene ad Avs e Controcorrente che però precisano che “nelle altre province, invece, la coalizione è riuscita a rimanere compatta e ci auguriamo che proprio partendo da queste esperienze si possa finalmente definire un quadro politico chiaro attorno a cui costruire il futuro dell’alternativa progressista”. Stando a quanto affermato da Avs e Controcorrente, la motivazione di Alternativa sarebbe quella di non far vincere Totò Cuffaro ad Agrigento.
Da un lato quindi arriva ieri l’invito di Avs e La Vardera a Pd e M5s “a fare un passo indietro rispetto al sostegno a candidati come quello di Agrigento e a fare tesoro di quanto sta accadendo in vista dei futuri importantissimi appuntamenti elettorali in Sicilia”.
Dall’altro si contrappone l’invito del coordinatore regionale del Movimento 5 stelle, poche ore prima della presentazione delle liste, alla coesione anche solo per piazzare “nuove sentinelle nei territori”. In questo caso, sarebbero sentinelle nel Consiglio del Libero Consorzio presieduto dal candidato di Forza Italia e Grande Sicilia. “Non ci piacciono queste elezioni in cui i cittadini non possono esprimersi direttamente, cercheremo comunque di dargli voce attraverso i consiglieri eletti, le sentinelle che manderemo a vigilare sull’operato delle amministrazioni”, aveva detto lunedì Nuccio Di Paola.

