Elezioni Palermo, i candidati sindaco illustrano i loro programmi - QdS

Elezioni Palermo, i candidati sindaco illustrano i loro programmi

Elezioni Palermo, i candidati sindaco illustrano i loro programmi

giovedì 26 Maggio 2022

Le “ricette” degli aspiranti primo cittadino per il capoluogo “martoriato” da diverse emergenze: dai rifiuti alle bare insepolte ai Rotoli, dalle buche stradali fino ai conti disastrati

PALERMO – Dopo la presentazione ufficiale delle liste di candidati al Consiglio comunale, è arrivato finalmente il tempo dei programmi per la città. Finora infatti gli aspiranti sindaci si sono accapigliati più sull’attribuzione delle patenti antimafia, sugli scambi reciproci di accuse e sulle beghe interne (soprattutto nel centrodestra ma anche nel centrosinistra).

Quali terapie propongono per un capoluogo martoriato?

I tre candidati favoriti (Fabrizio Ferrandelli, Roberto Lagalla e Franco Miceli) hanno anche ufficializzato sei assessori designati a testa. Ma quali terapie propongono per un capoluogo martoriato da mille emergenze, dai rifiuti alle bare insepolte ai Rotoli, dalle buche stradali ai conti disastrati?

Il programma di Lagalla ancora in fieri

Lagalla sembra scontare il ritardo con cui si è formata la sua coalizione: il suo programma appare ancora in fieri riducendosi a una sorta di generica dichiarazione di intenti su “Dieci rivoluzioni per far rinascere Palermo”.

Questione rifiuti

Sui rifiuti, per esempio, si limita a sottolineare che “Gestirli non significa solo eliminarli dalle strade ma anche trasformarli in risorse come nelle migliori esperienze europee”. Molto più dettagliati Miceli e Ferrandelli.

L’architetto Miceli punta sul porta a porta all’80% delle utenze non domestiche, la riorganizzazione della Rap, una non meglio specificata “adozione di moderne tecnologie” per “semplificare il sistema di raccolta”, la riduzione della Tari per i cittadini virtuosi, lo spazzamento meccanizzato, venti Ccr, il compostaggio di prossimità e la trasformazione energetica del rifiuto: “Bellolampo deve diventare un polo ecologico di gestione e valorizzazione dei rifiuti”, scrive, anche se è difficile pensare che una coalizione con il M5S possa puntare sui termovalorizzatori visto quello che sta succedendo a Roma.

Anche la proposta di Ferrandelli (dalla pagina Facebook “Più Europa Più Palermo”) si concentra su differenziata e termovalorizzatori: obiettivo 55% in tre anni, premi e incentivi per i cittadini ricicloni, Ccr, isole ecologiche mobili, impianti di compostaggio e per la frazione secca, termovalorizzatori per la frazione residuale, rinnovo del parco mezzi e dei cassonetti, un sistema di trattamento degli ingombranti, spazzamento meccanizzato, assunzioni di personale per la pulizia di strade e marciapiedi, telecamere nei punti strategici e sanzioni più dure per chi sgarra.

Fronte bilancio

Sul fronte bilancio con un Comune sull’orlo del dissesto, l’ex rettore promuove “un’operazione verità”, una “due diligence dei conti pubblici che faccia chiarezza sui tanti aspetti ancora oscuri. Poi, salvo che la situazione non imponga la dichiarazione di dissesto, una rimodulazione della spesa per finanziare ciò che realmente è utile per lo sviluppo della città e il sostegno ai più deboli. Facendo ricorso ad una maggiore equità fiscale e a una lotta senza quartiere contro l’evasione. Pertanto, avvierò un’interlocuzione col Ministero dell’Interno e in particolare con la direzione centrale per la finanza locale per una ridefinizione del piano di risanamento”.

Di dissesto e riequilibrio (con tanto di raddoppio dell’Irpef), al contrario, i centristi non vogliono neanche sentire parlare: “La Legge di Bilancio 2022 – si legge nel documento di Azione – avrebbe consentito all’Amministrazione comunale di trovare un accordo con il Governo in modo da risanare il bilancio senza gravare ulteriormente sui cittadini, senza aumentare le tasse, senza tagliare servizi in modo indiscriminato e senza svendere gli asset del Comune; un accordo con lo Stato basato su finanziamenti vincolati a riforme strutturali, volti a bilanciare il Comune e far sì che possa autonomamente risanare il bilancio in un arco di tempo medio (il piano di riequilibrio prevede vent’anni di manovre lacrime e sangue).

Quello del piano di riequilibrio – sentenzia il partito di Calenda – è un accordo miope”. Miceli, addirittura, seppur sostenuto da quegli stessi partiti che il piano di riequilibrio lo hanno votato, non lo nomina neanche proponendo, oltre ai “grandi classici” (“revisione delle spese, ottimizzazione della macchina comunale e dei processi amministrativi, migliorare il sistema della riscossione e renderlo più equo ed efficiente”), agevolazioni fiscali per aziende e cittadini in regola con i pagamenti, passaggio della riscossione fiscale allo Stato (che per la verità è già in corso), compensazione per le imprese (credito d’imposta), nuovo personale dedicato (“nel PattoXPalermo chiederemo, come fatto a Napoli, l’assunzione di cento dipendenti a tempo determinato per superare l’emergenza”), informazione più puntuale sulle esenzioni fiscali (“oggi in molti hanno diritto alle esenzioni ma non lo sanno”).

L’emergenza cimitero dei Rotoli

E per la terza e grande emergenza del capoluogo, ossia lo scandalo delle bare insepolte ai Rotoli, Ferrandelli punta su cinque interventi, di cui si parla già da un po’: il revamping del forno crematorio esistente (250mila euro), un nuovo forno crematorio da 4 milioni, il primo stralcio del Cimitero di Ciaculli, incentivi per le cremazioni e ampliamento del cimitero di Santa Maria di Gesù. Miceli invece ripropone il piano d’azione finito al centro delle polemiche con l’attuale assessore Antonino Sala.

Tra le soluzioni per risolvere i “difetti di pianificazione” dell’Amministrazione, infatti, ne ha inserite alcune già presenti nei cronoprogrammi della Giunta Orlando, come i 424 loculi prefabbricati o i 12,5 milioni per un nuovo cimitero. Anche Miceli insiste sul nuovo forno crematorio e sulla riattivazione di quello esistente. E Lagalla? “Palermo dovrà restituire dignità ai suoi defunti”. Ça va sans dire.

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