La difesa di Piraino da parte del candidato sindaco del Centrosinistra e le accuse alla Destra: "Indegni, non guardano in faccia a nessuno"
Il candidato sindaco del Centrosinistra, Franco Miceli, risponde alle accuse del coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani e del candidato sindaco del centrodestra, Roberto Lagalla, in merito alla presenza del “figlio di un boss candidato nelle liste del PD“.
Gli esponenti del Centrodestra non fanno direttamente il nome del candidato ma, a quanto pare, il riferimento riguarderebbe senza particolari dubbi Nicola Piraino.
Miceli: “Piraino candidato limpido”
“Nella lista ‘Progetto Palermo’ della sesta circoscrizione è candidato il caporal maggiore capo Nicola Piraino, militare dalla carriera limpida costellata da encomi, che ha rinnegato suo padre, scelta per la quale ci vuole anche un certo coraggio e che merita la stima di tutti noi, come altri hanno dovuto fare nella storia della nostra Sicilia”, commenta Miceli.
“Il nostro è un comportamento ben diverso da chi apre le porte ai condannati come Dell’Utri e Cuffaro, o da chi mercanteggia voti con i boss di Cosa Nostra”, aggiunge Miceli.
“Destra non guarda in faccia a nessuno”
“La candidatura di chi, in Forza Italia e in appoggio di Lagalla, oggi cerca i voti di Cosa Nostra mettendosi a disposizione dei boss è cosa ben diversa. La verità è che la Destra pur di tentare di raccattare voti non guarda in faccia nessuno e che della lotta alla mafia non gli importa assolutamente nulla.
“È indegno tentare di mettere le due cose sullo stesso piano. Comportamento proprio di chi, con la coscienza sporca e disperato per il crollo di consenso, cerca di confondere gli elettori, che fessi non sono”, conclude Miceli.
Piraino: “Sono militare non ho rapporti con mio padre”
“Sono militare da 24 anni, ho giurato fedeltà alla Patria. Con la mafia e con mio padre non ho rapporti. Questo clamore m’ha sorpreso, ma sono assolutamente sereno e vado avanti con l’ambizione di cambiare il mio quartiere. Lagalla mi attacca? Forse non ha fatto il militare, altrimenti saprebbe quali sono i valori per chi indossa la divisa”. Così Nicola Piraino, figlio di Biagio arrestato due anni fa con l’accusa di gestire gli affari del boss mafioso della Noce, a Palermo, e finito al centro delle polemiche sollevate da Antonio Tajani e Roberto Lagalla perché candidato nella lista ‘Progetto Palermo’ di Franco Miceli. Piraino racconta di avere lasciato Palermo quando aveva vent’anni, per arruolarsi nell’Esercito.