Elezioni a Palermo: la riscossa di Miceli e il dubbio grande coalizione - QdS

Elezioni a Palermo: la riscossa di Miceli e il dubbio grande coalizione

Elezioni a Palermo: la riscossa di Miceli e il dubbio grande coalizione

giovedì 24 Marzo 2022

Dopo vari tira e molla Pd e M5s sembrano aver trovato il loro candidato a sindaco. Restano però tante perplessità sull’ipotesi di allargare nuovamente il campo anche ai partiti di centro

PALERMO – Il centrosinistra prova a ricompattarsi attorno al candidato sindaco Franco Miceli. Decisivo il dietrofront del M5s dopo la fumata bianca arrivata dal vertice online di domenica tra il presidente Giuseppe Conte, i parlamentari regionali e nazionali e i consiglieri comunali. L’incontro ha permesso di ricucire lo strappo tra chi aveva dato il suo benestare a Miceli, come il deputato nazionale Adriano Varrica, e chi invece lo contestava, come il deputato regionale Giampiero Trizzino.

I due sono arrivati anche allo scontro aperto su Facebook. Una spaccatura che una decina di giorni fa aveva convinto l’architetto a ritirarsi: “Troppi conflitti nella coalizione – aveva detto – non ci sono le condizioni”. Alla fine, invece, a fare un passo indietro è stato Trizzino: “Sono emerse apertamente le due anime del M5S – ha spiegato in una nota – e questa condizione impedisce al Movimento di essere unito e proiettato sul medesimo obiettivo e dunque di andare avanti. Ho ricevuto tanti attestati di stima in questi mesi e questo mi lusinga, ma per amore dell’unità del M5s e soprattutto della mia città, non posso che agire con lealtà e fare di conseguenza un passo indietro. Mi auguro che da qui a breve si possano aprire confronti pubblici con gli attivisti perché rappresentano l’anima autentica del M5s”.

Lunedì è arrivato anche l’endorsement (questa volta scontato) del Pd, in occasione dell’assemblea provinciale con Francesco Boccia, responsabile Autonomie territoriali ed Enti locali della segreteria dem. Erano presenti i vertici comunali e regionali del partito e il sindaco Leoluca Orlando. “Questa assemblea – ha annunciato Boccia – darà un mandato pieno e importante per la costruzione di una coalizione civica a Franco Miceli. Un mandato che dovrà tener conto delle esigenze di tutti i partiti, del campo largo nel quale noi crediamo. Ci poniamo un obiettivo ambizioso: partendo dall’unità dei progressisti e dei riformisti, chiediamo anche alle forze politiche che credono nel progetto del 2023, nel quale Letta crede, di unirsi intorno a un progetto che faccia di Palermo la capitale del Mediterraneo”.

Se per il candidato, dunque, i giochi sembrano ormai fatti, l’ex ministro ha approfittato del blitz palermitano per rilanciare il tema del perimetro della coalizione, aprendo nuovamente al centro con dichiarazioni che avranno fatto storcere la bocca sia al M5s sia alla sinistra: non scorre certo buon sangue tra i renziani e i cinquestelle o tra gli stessi pentastellati e Carlo Calenda, né sembra possibile immaginare sullo stesso palco la sinistra e i centristi. Renzi e Calenda, tra l’altro, hanno già un loro candidato: il primo ha puntato sul senatore Davide Faraone, il secondo ha lanciato il ticket con +Europa a sostegno di Fabrizio Ferrandelli. Il Pd però sembra considerare la partita del “campo largo” ancora aperta, tant’è che Boccia ha lanciato un appello ai centristi sulla scorta del “modello Manfredi” che ha trionfato a Napoli.

“Franco Miceli – ha detto – è espressione di un grande civismo di Palermo. È, come Manfredi a Napoli, un valore aggiunto della coalizione. Nessuno a Napoli si chiede se Manfredi sia stato il candidato del Pd, dei cinquestelle o di un altro partito. Io ci vedo un parallelismo e aggiungo che Palermo è una questione nazionale”.

Il ministro Boccia: «Serve un patto per Palermo»

Al punto che “è necessario – ha sostenuto – un patto per Palermo. A tutti i partiti che sottoscriveranno quel patto chiederemo di essere conseguenti in Parlamento, esattamente come accaduto per Manfredi, al quale abbiamo chiesto di allargare la coalizione: lo chiederemo anche a Miceli. Deve essere chiaro che o si sta da questa parte o si sta con gli antieuropeisti, i sovranisti, gli amici di Putin e chi non credeva nei vaccini e nella scienza. Toccherà a Miceli valutare le proposte delle forze politiche, tirare le somme e sciogliere la riserva”.

Il riferimento nei confronti di Azione, Italia Viva e +Europa è esplicito: “Ho parlato con tutti – ha affermato Boccia – e so che c’è grande sensibilità verso questa grande coalizione che stiamo costruendo, l’unica vera che può essere costruita a Palermo. Ma una terza via non c’è: voglio dirlo soprattutto a chi, pensando di collocarsi al centro, aspetta di decidere. Oggi si decide il futuro di Palermo e, dopo, quello della Regione Siciliana, perché l’Amministrazione Musumeci è disastrosa. Se Palermo non riparte con una visione progressista chiara, è molto difficile che possa ripartire la Sicilia”.

Il “No” di Giusto Catania

Immediato e netto il “No” di Sinistra civica ecologista a qualunque ipotesi di un allargamento dell’alleanza: “La candidatura di Franco Miceli – ha scritto su Facebook Giusto Catania, attuale assessore comunale alla Mobilità e tra i leader della sinistra palermitana – è una garanzia per costruire un progetto credibile per Palermo. Quella che si è costituita è una coalizione vincente, in grado di governare con coerenza la città”.

“Questa coalizione – ha concluso – non ha bisogno di essere snaturata da alleanze innaturali e proposte contraddittorie che rischiano di impantanare l’azione di governo. Non possono convivere nello stesso spazio politico chi è per la conversione ecologica con chi vuole gli inceneritori; chi ha lavorato per un piano di riequilibrio con chi ha scommesso sul dissesto finanziario; chi vuole rendere efficienti i servizi pubblici con chi ha scelto la privatizzazione. Basta temporeggiare con alchimie politiciste, è tempo di cominciare la campagna elettorale”.

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