Elezioni in Sicilia, campo largo o camposanto? - QdS

Elezioni in Sicilia, campo largo o camposanto?

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Elezioni in Sicilia, campo largo o camposanto?

Giovanni Pizzo  |
lunedì 13 Giugno 2022

Il primo dato che si deve sottolineare è l’astensione. Astensione record sia a Palermo che a Messina.

Il primo dato che si deve sottolineare è l’astensione. Astensione record sia a Palermo che a Messina, i due capoluoghi di provincia al voto. Palermo in particolare ha lasciato sul campo quasi l’11%. A Palermo hanno votato solo il 41% degli elettori. Quindi chi vince rappresenta comunque una minoranza dell’elettorato. Un pezzo enorme di città sta a guardare, non si sente coinvolta, alcuni abbandonati, e sono andati al mare o allo Stadio, con i presidenti di seggio a fare da guida. Tanto le periferie sono rimaste degradate nell’era Orlando e pensano di continuare ad essere ignorate anche in futuro.

Il centrodestra a Messina non è pervenuto, lì è ormai Cateno City, ha vinto Cateno senza Cateno. A Palermo ha vinto di misura, con Lagalla nuovo Sindaco, con un risultato sotto le attese, che farà morti e feriti all’interno della coalizione sull’analisi del voto di lista. Le prime dichiarazioni del presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè sono un niet a Musumeci.

Il campo largo è andato al camposanto, quello dei Rotoli, dove le bare nel caos totale non si trovano più. Di fatto il PD, soprattutto a Palermo, si è mangiato i 5stelle. Pensare di fare le primarie su queste tragedie elettorali è da suicidio.

Perdono i populismi e i sovranismi, la lega, con l’esperimento da apprendista stregone di Prima l’Italia, non funziona, e il triciclo sovranista di tre componenti, sotto il simbolo di Fratelli d’Italia, è largamente sotto qualunque pronostico.

Nonostante il RdC i 5stelle a Palermo crollano, vengono in parte assorbiti dal PD in parte da Ferrandelli. Hanno preso il reddito, hanno salutato e ringraziato Conte assieme alle sue bimbe, e poi cappellino e bandiere in mano sono andati allo Stadio e non al seggio. Ferrandelli è il vero vincitore di Palermo, non solo e non tanto per il voto a +Europa, ma per aver intercettato la generazione dei 30/40enni, precedentemente rappresentata dai pentastellati. C’è molto centrismo nell’isola, non solo Cuffaro, e questo sarà fortemente influente sul voto regionale.

C’è una forte questione generazionale in Sicilia che si vuole continuare ad ignorare. Siamo ancora un Paese per vecchi, con vecchie classi dirigenti, analogiche e di retroguardia.

Cosi è se vi pare.

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