Un periodo più ristretto nel quale garantire il servizio e un aumento dei costi. Sono le principali modifiche contenute nella la nuova procedura di noleggio degli elicotteri antincendio di cui la Regione Siciliana si avvarrà anche nel prossimo anno. La gara d’appalto, indetta a fine novembre, è entrata nel vivo nei giorni scorsi con una prima seduta della commissione. A differenza del precedente affidamento, che copriva gli anni 2022 e 2023, il governo Schifani ha scelto di ritornare al passato con una procedura che interesserà soltanto il 2024 e che arriva dopo un’annata particolarmente delicata, con tanti roghi e diversi morti. Mesi in cui tanto il presidente della Regione quanto l’assessora al Territorio Elena Pagana sono stati accusati di non avere preso le giuste contromisure davanti a un problema che ormai ha svelato il proprio volto criminale, ma anche di non essersi avvalsi del contributo offerto da una rete di associazioni di volontariato attive in più parti dell’isola.
Da 845 a 858,70 euro. Si aggira intorno ai 14 euro l’aumento del costo orario per ognuno dei dieci elicotteri che comporranno la flotta regionale al servizio del Corpo forestale. Il dato, che rappresenta la base d’asta soggetta ai ribassi, è riportato all’interno del capitolato d’appalto e segna una crescita della spesa che la Regione affronterà per il 2024 a fronte di un monte ore che rimarrà uguale a quello del precedente appalto: 1200 ore di volo garantite più duecento ore a consumo allo stesso prezzo di quello presentato in sede di gara.
Guardando al dettaglio, 332,50 euro è la quantificazione del costo orario del cherosene (per ogni ora di volo ne vengono consumati circa 190 litri) mentre la manutenzione è stimata in 370 euro. A queste cifre vanno aggiunte altre spese e l’utile d’impresa per l’azienda di poco superiore ai 78 euro. “L’aumento del costo orario è legato alla crescita generale dei costi”, fanno sapere dal dipartimento regionale al QdS.
Nel complesso il valore del nuovo appalto, che tiene conto dei costi di stazionamento degli elicotteri e dei compensi per il personale, è di 3.860.596,98 euro. Quello aggiudicato nel 2022 – e valido per due anni – era stato di 6.975.070 euro.
Le nuove direttive arrivate dal dipartimento regionale del Corpo forestale vedono restringersi l’arco di tempo nel quale l’aggiudicatario dovrà mettere a disposizione i mezzi. Il precedente contratto prevedeva che un mezzo coprisse l’intero anno, dall’1 gennaio al 31 dicembre, facendo base a Boccadifalco (Palermo). Stavolta, invece, complici anche i tempi che sarà necessario attendere prima dell’affidamento del servizio, si prevede che due elicotteri entrino in servizio dall’1 aprile e fino al 31 ottobre, quattro dall’1 maggio al 15 ottobre e altrettanti dal 15 giugno al 30 settembre.
La copertura del servizio è uno degli aspetti su cui quest’anno si è più discusso, per via di un allungamento della stagione degli incendi ben oltre i tradizionali periodi. Un fenomeno in parte causato dal clima quasi estivo fino a metà autunno. Il nuovo appalto prevede per l’amministrazione regionale la possibilità di “richiedere, ove ne ravvisasse la necessità, lo stazionamento di uno o più elicotteri, per ulteriori complessivi trenta giorni”.
Confrontando il capitolato d’appalto della gara biennale e quello oggetto della gara in corso, emerge che i requisiti tecnici richiesti per la flotta elicotteristica sono gli stessi. Anche in questa circostanza si tratta di un tema che, nel periodo più difficile del contrasto ai roghi, è finito nel mirino delle critiche per via dell’impossibilità di utilizzare i mezzi in giornate caratterizzate dal forte vento. Sul punto, nei mesi scorsi si era espresso, anche Renato Schifani, affermando che il governo era interessato a differenziare la flotta. “Servono due mezzi più pesanti”, aveva detto a ottobre il governatore. Ciò che per il momento si può dire è che, a meno di ulteriori investimenti, gli elicotteri che interverranno per spegnere gli incendi nella prossima stagione saranno della stessa tipologia utilizzata negli ultimi anni.
Sono oltre 25mila gli ettari bruciati in Sicilia nel 2022. Si tratta del dato più recente in possesso della Regione e inserito all’interno della relazione che accompagna il progetto della nuova gara d’appalto. Nello specifico, a fronte di più di 16.500 ettari di superficie non boscata, la restante parte riguarda aree boschive e forestali.
L’anno scorso, la provincia più interessata dagli incendi è stata quella di Agrigento, con oltre un quarto degli oltre 10mila roghi. Un primato non invidiabile, e determinato anche dalle caratteristiche geografiche, che l’area agrigentina ha mantenuto ininterrottamente dal 2015. “L’analisi dei dati – si legge nella relazione che contiene una serie storica che inizia nel 2010 – mostra un incremento con un andamento a cuspide che rappresenta la ciclicità con cui gli eventi si verificano, con picchi intervallati ogni quattro, cinque anni e un aumento consistente della superficie boscata percorsa da incendi nell’ultimo biennio”.
Nei giorni in cui è iniziato l’iter che porterà a stabilire chi fornirà gli elicotteri anticendio nel 2024 – dal 2018 l’appalto è vinto dalle stesse imprese, la siciliana Helixcom e la campana E+S Air – all’Assemblea regionale siciliana c’è chi ritiene siano maturi i tempi per implementare l’uso di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Una norma, in tal senso, è stata presentata dal Movimento 5 Stelle ottenendo il via libera dall’aula. “L’innovazione tecnologica – ha dichiarato la deputata regionale Jose Marano – può sicuramente consentire di rendere più efficienti i processi. È importante che la pubblica amministrazione si doti di sistemi che possano agevolare il lavoro nella gestione della cosa pubblica e il settore della prevenzione degli incendi rientra sicuramente in questo ambito”.
A chiarire i dettagli della proposta è stata Stefania Campo, anche lei pentastellata. “Prevede l’installazione di una rete di sensori capace di rilevare precocemente i gas della combustione al fine di ridurre notevolmente i tempi di intervento e di spegnimento delle fiamme. Il sistema – ha garantito Campo – ha dei costi molto contenuti e permetterebbe pure notevoli risparmi, in quanto, intervenendo per tempo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricorrere all’uso dei canadair”.