La Schlein è identificativa di un mondo: donne e giovani con nuovi diritti che, dopo aver cliccato "like" sui 5 Stelle, non possono rimanere sul divano a fare i Neet. Il commento di Giovanni Pizzo.
La leadership della piazza fiorentina e la copertina dell’Espresso, in cui c’è una bella foto, seduttiva, di Elly Schlein, la proiettano, dopo l’articolo del NY, sulla ribalta internazionale. È Santa subito, per una Sinistra che annaspava fra i flutti del grigiore estremo di Enrico Letta.
Ovviamente è immediata la vulgata di una donna costruita in un laboratorio oltralpe, in un alto castello rupestre, con George Soros nelle vesti del Dott. Frankenstein. D’altra parte gli indizi sono lapalissiani, ebrea americana, famiglia di emigrati proveniente dall’Europa orientale. Se ci mettiamo pure la nascita in Svizzera il complotto della finanza mondialista è come se volesse lasciare le sue impronte digitali. Allarme! Allarme! Non è Santa. È figlia di Davos! Ma è solo questa la chiave di lettura possibile?
La sua prima uscita la caratterizza. Va a Crotone, come Mattarella, nonostante lei prodiana del comitato anti Renzi che portò il presidentissimo per la prima volta al Colle. Ergo è pro immigrati. Vogliono sostituirci, questi figli di Davos per tenere bassa la demografia e continuare ad avere forza lavoro a basso costo proveniente da altri continenti?
E però qui la sua visita a Crotone fa il paio con le dichiarazioni di Lollobrigida. Ci vogliono 500.000 immigrati in agricoltura, se no rischiamo la desertificazione produttiva. E nelle aziende del nordest? Almeno altrettanti, se vogliamo accelerare su new economy e auto elettriche. E quindi pure i Fratelli Italiani son figli di Sorete se non di Soros? Quello di nuova forza lavoro è un gigantesco problema europeo. E se non se ne occupa, per carenza di leadership, la politica la Finanza è costretta a farlo.
La probabile realtà è che Schlein, ma anche Meloni, sono figlie del loro tempo e non di finanzieri ebrei o di Bannon da bannare. E questo tempo mette la vecchia Europa davanti alle sue contraddizioni sul piano della formazione dei giovani, che in Italia è in forte ritardo, sulla demografia, su settimane lavorative corte e non fordiste.
La Schlein è identificativa di un mondo: donne e giovani con nuovi diritti che, dopo aver cliccato “like” sui 5 Stelle, non possono rimanere sul divano a fare i Neet, di cui abbiamo record mondiale. E non intendono, dopo il benessere dei loro genitori, andare a zappare o a fare l’operaio dequalificato e precario, vista la velocità di spostamenti produttivi della globalizzazione. E quindi resiste, tra RdC e marce per il clima. La pace in Europa sta finendo, ma dopo 70 anni di benessere e diritti perché i coetanei di Elly si devono sentire la generazione sfigata?
I genitori, ma soprattutto i nonni, si sono mangiati miliardi di debito pubblico e loro devono “leccare la sarda”? A questo punto organizziamoci in banchi di sardine. È una svolta generazionale quella di Elly, ma anche di Giorgia, figlia di un’arteriosclerosi politica organizzata da sette nani che volevano resistere a dispetto di figli e nipoti.
Elly è la Next Generation Ue, figlia del suo tempo, nativa post prima repubblica e dopo Muro. Se in politica non c’è stato un giudice a Berlino, alla fine è arrivato Lei, senza che qualcuno l’abbiavista nello specchietto retrovisore, come una ventata di aria fresca, una caramElly dalla Svizzera. Ricola per tutti. È meglio l’olio di ricino?
Così è se vi pare.