Ai microfoni del QdS.it ha parlato l'ex attaccante di Catania, Messina e Napoli Emanuele Calaiò che ha raccontato la sua esperienza vissuta in rossazzurro nel 2014-15
Uno degli attaccanti più prolifici nella storia della Serie A dei primi anni 2000 che ha segnato oltre 180 gol in carriera: stiamo parlando di Emanuele Calaiò. L’ex Catania e Messina ai microfoni del QdS.it ha parlato della sua esperienza in rossazzurro nella stagione 2014-15 e da giovane in biancoscudato nel 2002, raccontando passo passo la sua lunga carriera. Dal gol in rovesciata contro il Varese alle esperienze di Napoli fino alla nuova vita fuori dal campo di gioco dell’arciere.
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Calaiò: “A Catania mi sono trovato benissimo”
“Quella stagione è stata amara per tutto il contesto e per gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Di Catania ho solo bei ricordi. Ho passato un anno bellissimo, avevo firmato un triennale e sarei rimasto per altri 4-5 anni a Catania perché stavo benissimo con la mia famiglia, ero pure vicino casa. Avevamo un bel gruppo nello spogliatoio, il Massimino è avvolgente, gridava il mio nome ad ogni gol. È stata una delle mie migliori stagioni personali a livello realizzativo della mia carriera con 18 gol. Non era più neanche un ragazzino ma stavo benissimo fisicamente.”
Parla così Emanuele Calaiò, ex attaccante del Catania nella stagione 2014/15, l’ultima in Serie B dei rossazzurri. “È stato un anno amaro perché l’obiettivo era quello di tornare in Serie A e poi sono subentrati tanti problemi societari, abbiamo cambiato tanti allenatori e questo ha generato dei problemi nel raggiungere gli obiettivi. Ho solo ricordi belli. Gol più bello? Ho sempre detto a tutti che il gol più bello della mia carriera è stato quello con la maglia rossazzurra contro il Varese in rovesciata. Un gol bellissimo e difficile dove serve grande coordinazione. Questa rete me la ricorderò sempre, stilisticamente è stata bellissima.”
“Mi dispiace vedere in C il Catania”
“Quando nel weekend vedo i risultati della Serie C – prosegue Calaiò parlando dei risultati odierni dei rossazzurri – cerco immediatamente i risultati del Catania. Aldilà di tutto, il Catania non può stare in Lega Pro, ma solo in B o in Serie A. Dispiace vederla in Serie C. In questo momento c’è anche il Direttore Daniele Faggiano che ho avuto nella mia esperienza al Parma dove abbiamo vinto due campionati. Conosco anche Roberto Inglese con cui abbiamo condiviso l’attacco.” Così l’ex attaccante sulla situazione odierna del Catania nell’attuale campionato di C 2024-2025.
“È normale pensare che con l’arrivo della società italo-australiana di Pelligra con Grella e Bresciano che nel giro di 2-3 anni il Catania potesse ritornare in Serie B. La squadra è buona ma è molto discontinua e non si alza l’asticella per provare a fare qualcosa di importante. Ed è un peccato. A me piacerebbe molto vedere il Catania nel calcio vero perché se lo merita dopo tutti i problemi che ci sono stati nell’era Pulvirenti.”
Calaiò: “Messina? Parentesi formativa in una piazza importante”
Calaiò analizza anche la sua breve parentesi con la maglia del Messina nella stagione 2002-2003: “Avevo 19 anni ed ero di proprietà del Torino. Mi giravano spesso in prestito e in quella stagione fui mandato a Messina. Mi ricordo che la gente mi ha apprezzato fin da quella amichevole che facemmo contro la Juventus nel precampionato dove, comunque, avevano intravisto in me delle qualità importanti. L’anno era partito bene dove giocavo con continuità, segnando una doppietta al Catania nel famoso 3-3 del Celeste. In quella squadra allenata da Francesco Oddo c’era Amauri che giocava poco. In Sicilia sono rimasto sei mesi dove non ho trovato continuità nel minutaggio. Però, Messina è sempre una piazza calda e importante che mi ha fatto crescere a livello caratteriale”
Le differenze tra il calcio di ieri e quello di oggi
“Il calcio di oggi si è evoluto. Quando giocavo io non esisteva il Var. Sono cambiate le tecnologie. La Serie A prima era più tecnica, oggi è un campionato dove conta la fisicità di un calciatore. Adesso tutti i giocatori sono delle macchine, si gioca ogni tre giorni. Io ho fatto anni dove ho lottato per la salvezza e stagioni come quella con il Napoli in cui abbiamo raggiunto la qualificazione in Champions League. Ho fatto un anno con il Genoa dove mi sono tolto belle soddisfazioni. Oggi non esistono più i numeri 10 di una volta.”
“Ero negli anni di Totò Di Natale, Miccoli, Totti e Del Piero. Giocatori di questa caratura non ci sono più. Prima quando facevi gol esultavi e basta, oggi invece hai sempre la paura del Var. Il calcio è cambiato anche nell’equilibrio. Non ci sono più le squadre che ammazzano il campionato. Perché basta vedere anche la Serie A di quest’anno la quota scudetto è molto bassa, le cosiddette “piccole” danno fastidio e le big fanno fatica e perdono punti. Tanti anni fa non era così. Se giocavi in una piccola e se scendevi in campo a San Siro contro l’Inter o a Torino contro la Juventus perdevi 3-0. In un modo o nell’altro perdevi. Invece, oggi te la giochi.”
Calaiò: “Palermo? Vincere la Serie B non è facile”
“Sono legato a Catania, Messina e Palermo. Con le prime due ci ho giocato, con i rosanero non ci sono arrivato per poco. I miei genitori vivono lì e quando posso vado a Palermo. Il Messina non naviga in buone acque a livello societario e c’è qualche rischio. Oggi è ultimo e serve un miracolo per raggiungere la salvezza. A me spiace molto per la situazione di questa piazza che non merita di retrocedere in Serie D.”
Poi Calaiò si sofferma analizzando il momento del Palermo, attualmente nono in Serie B fuori dalla zona playoff: “Anche se la categoria è diversa ma è lo stesso discorso del Catania. La società dei rosanero è importante, quella del City Group e ha fatto un centro sportivo bellissimo. Ha un progetto importante e sta cercando di tornare in Serie A, ma nei risultati è molto discontinuo. Vince delle partite incredibili in trasferta e poi perde in casa contro la Cremonese da 2-0 a 2-3. Io penso che i tifosi del Palermo possano comunque essere contenti perché dietro c’è una società importante e che prima o poi arriverà l’anno in cui si raggiungerà la promozione in A. Vincere non è mai facile, soprattutto la Serie B perché è un campionato molto particolare. Se non hai continuità di risultati e non sei pronto a livello fisico e mentale fai fatica. Spesso non servono giocatori di nome o di livello, ma dei calciatori funzionali che hanno voglia di crescere e dimostrare.”
La nuova vita di Emanuele Calaiò
Ma cosa fa Emanuele Calaiò oggi? “Nel tempo libero la passione per il calcio non l’ho persa, cerco di mantenermi in forma tenendomi allenato. Poi, oggi sono il Direttore Sportivo del Savoia e quindi sono spesso al campo a guardare gli allenamenti. Di sera conduco una mia trasmissione a Radio Kiss Kiss sul Napoli.”