La Giunta comunale ha deciso di destinare 23 milioni di euro, fondi Pinqua, all’acquisto di circa 290 alloggi da assegnare a chi ne ha più bisogno. Poche, però, le manifestazioni di interesse giunte finora
MESSINA – Un’emergenza abitativa che non si arresta perché ormai c’è una carenza cronica di case da assegnare. Un fenomeno parallelo ad un’altra emergenza, quella delle famiglie che vivono nelle baracche e di cui si sta occupando il sub commissario straordinario per il Risanamento Marcello Scurria, con soggetto attuatore ArisMe.
Con il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, Pinqua, nel 2021 Messina ha avuto dal Mit quasi 150 milioni di euro in aggiunta ai 100 milioni assegnati alla Struttura commissariale. Una rimodulazione dei fondi Pinqua deliberata dalla Giunta a febbraio ha consentito di destinare una parte di quei 150 milioni, circa 23 milioni, alla Patrimonio spa e ad ArisMe proprio per comprare alloggi da assegnare a chi è in emergenza abitativa. I bandi sono stati pubblicati il 4 e 5 giugno e complessivamente sono una trentina le manifestazioni di interesse arrivate finora negli uffici che hanno avviato le istruttorie. È un numero irrisorio rispetto anche ai tempi stringenti entro i quali si devono spendere le risorse, il 31 dicembre 2026, che consentono di acquistare circa 290 alloggi, una boccata di ossigeno di fronte alle enormi esigenze del territorio.
Emergenza abitativa, circa 3.000 famiglie in situazione critica
Secondo l’Unione degli inquilini sono oltre 3mila i nuclei familiari in situazione critica a Messina, di questi alcune centinaia vivono un forte disagio sociale e abitativo a cui si dovrebbe dare una risposta in tempi brevi.
Si sta cercando di accelerare i tempi
Per accelerare i tempi si sta valutando una modifica dei bandi, lo ha già fatto ArisMe e con la Patrimonio spa si farà una verifica a novembre, lo ha detto in VI commissione consiliare l’assessore Roberto Cicala, per capire se ci sono parametri inseriti che rallentano le istruttorie. “La Patrimonio spa ha circa 16 milioni di euro per acquistare dai 160 ai 200 immobili da destinare ad edilizia residenziale pubblica – ha spiegato al QdS il presidente Maurizio Cacace -. Nella sovvenzione si fa riferimento ad alcuni vincoli, tra questi paletti c’è il fatto di non potere eseguire sugli immobili acquistati lavori di ristrutturazione. Devono essere quindi perfettamente pronti all’uso. Il bando prevede che il venditore ha poi l’obbligo di depositare, insieme alla manifestazione di interesse, una perizia giurata dove si dichiara che l’immobile ha certi requisiti. È anche previsto che il tecnico possa evidenziare le criticità e il proponente si impegna a eseguire gli adempimenti prima della stipula dell’atto notarile dove è presente in rappresentanza del Comune un dirigente. Da giugno ad oggi abbiamo avviato 16 istruttorie di cui 4 definite. Probabilmente per consentire ai tecnici di lavorare più celermente pubblicheremo una rettifica inserendo le istruzioni per la compilazione della perizia”.
ArisMe può acquisire 90 alloggi
ArisMe ha a disposizione circa 7 milioni di euro e la possibilità di acquisire 90 alloggi da destinare in questo caso a famiglie in emergenza abitativa in ambito di risanamento nella zona sud, in particolare nel rione Taormina. Sono arrivate finora una ventina di istanze. Il bando in questo caso è stato alleggerito: non è necessaria la perizia giurata e sono valutate anche abitazioni al secondo piano senza ascensore. “Si sta valutando anche la ristrutturazione – ha detto Vincenzo La Cava presidente di ArisMe – c’è infatti la possibilità di reperire circa 3 milioni di euro da destinare, in modo da avere più possibilità di acquisto” Sul ruolo dell’Agenzia rispetto al sub commissario, nella gestione di questi fondi La Cava ha chiarito: “Ci occupiamo del completamento della procedura di istruttoria avviata dal Dipartimento per le politiche per la casa, che quando si rende conto che ci sono famiglie in zone risanamento che hanno diritto all’alloggio cerca di dare risposte. Non possiamo utilizzare gli alloggi del sub commissario che sono invece destinate alle priorità da lui indicate nell’attuazione del risanamento, cioè i soggetti fragili”.
Gestisce gli immobili comunali la Patrimonio spa, circa 1350 unità di Erp. “Abbiamo quasi concluso il censimento, mancano 150 alloggi, tutti in condizioni pessime con costi enormi per la manutenzione che non possiamo fare, non abbiamo provvidenze, vista anche l’alta morosità. L’idea potrebbe essere accelerare la vendita, perché molti sono nel piano di dismissione; vendiamo da 50 a 60 alloggi l’anno però vorremmo aumentare questo numero in modo da vendere il patrimonio che c’è ed è datato e acquistare nuovi immobili, eventualmente sperare in altre norme regionali che ci consentano di costruire con nuovi fondi e quindi poter gestire un patrimonio nuovo.