Con il rischio di una "guerra tra poveri" sempre più alto e tanti appelli inascoltati, le famiglie vittime dell'emergenza abitativa hanno deciso di protestare occupando un luogo simbolo di Palermo.
La Cattedrale di Palermo è occupata dalle famiglie tormentate da tempo dalla povertà e dal rischio di rimanere senza casa. Il mese scorso avevano chiesto un incontro al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, per discutere dell’emergenza abitativa di corso Pisani. Lì 24 famiglie rischiano lo sfratto, che ancora non si è verificato.
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Emergenza abitativa, Cattedrale di Palermo occupata per protesta
“Da un anno a questa parte continuano a essere inviate ordinanze di sgombero nei confronti di famiglie che occupano per necessità degli immobili abbandonati dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia – ha dichiarato Gabriele Rizzo, sindacalista di Asia Usb – Ormai l’emergenza abitativa è atavica in questa città, le liste delle case popolari non scorrono, quindi siamo in una situazione in cui non solo non vengono assegnate le case popolari alle famiglie che ne hanno tutto il diritto, ma vengono sgomberate anche queste case occupate da persone che dopo 10-12 anni di iscrizioni in graduatoria decidono di prendersi le abitazioni con le proprie mani dato che lo Stato non provvede”.
“Parliamo di circa 30 – 40 famiglie in corso Pisani, almeno un’altra quarantina all’Uditore, parliamo di altri singoli che sono Partanna e in tutta la città. Purtroppo l’Agenzia nazionale per i beni confiscati è interessata a recuperare i propri ‘cespiti’ come se fossero degli asset aziendali, ma noi pensiamo che sull’emergenza sociale non ci possa essere nessuna speculazione”.
Le alternative che mancano
“Le alternative offerte sono fallaci, nel senso che attualmente l’unica misura che il Comune di Palermo attiva nei casi di emergenza abitativa sono i progetti dell’agenzia per l’inclusione grazie ai quali alle famiglie viene pagato un anno di affitto, ma la casa se la devono cercare loro e i proprietari chiedono delle garanzie che non sia il contributo del Comune – precisa ancora il sindacalista di Asia – Inoltre viene proposto di dividere il nucleo familiare per cui madri e figli vanno in una casa famiglia e il padre in dormitorio, ma neanche questa è una soluzione praticabile. Non sappiamo perché stiano recuperando questi immobili, non siamo a conoscenza di nessun progetto su questi immobili, sappiamo però che oltre la metà dei beni gestiti dall’agenzia nazionale dei beni confiscati sono abbandonati, quindi riteniamo che non ci sia altra soluzione della sanatoria e se ciò non è possibile allora è necessario procedere con le assegnazioni delle case popolari”.