Troppi incendi devastanti nel corso di questa calda estate, oltre 20.000 ettari in fumo, riserve naturali distrutte. E ancora: sanità al collasso, controlli igienico-sanitari nei locali allarmanti. In questo scenario, Codacons Sicilia alza la voce. Ne parliamo con il presidente regionale Giovanni Petrone, che denuncia l’immobilismo delle istituzioni e propone azioni drastiche per invertire la rotta.
Incendi: “Siamo stati ignorati. Serve commissario straordinario”
“Assolutamente nessuna risposta dalla Regione – esordisce Petrone, con tono amaro -. Sordi a qualsiasi appello”. Il riferimento è alle numerose richieste avanzate dal Codacons per conoscere il piano di prevenzione incendi, “ammesso che esista davvero”.
I numeri sono allarmanti: migliaia gli incendi hanno devastato la Sicilia. Il Codacons ha chiesto formalmente al Governo la nomina di un commissario straordinario nazionale con pieni poteri per gestire l’emergenza. “La Sicilia è in ginocchio, e ogni estate assistiamo allo stesso disastro annunciato – afferma Petrone –. La prevenzione è assente, gli strumenti normativi dei sindaci sono solo di facciata, e ogni anno ci chiediamo perché succede, senza ottenere risposte”.
E aggiunge un paradosso che fa riflettere: “Abbiamo più forestali che il Canada, eppure ogni estate bruciamo”.
Sanità: “Tagli indiscriminati e nessuna visione”
Altro tema caldo è la sanità regionale, messa sotto pressione dai tagli alla rete ospedaliera e da una gestione considerata “senza bussola”. Petrone punta il dito contro la nuova rete ospedaliera. “L’ospedale di Bronte, ad esempio, è stato letteralmente massacrato – ha spiegato -. In una zona soggetta a spopolamento, la logica vorrebbe più servizi, non meno”.
Secondo il presidente del Codacons Sicilia, il problema non è solo economico ma strutturale e culturale. “Non c’è alcuna programmazione – dice Petrone -. L’unico obiettivo pare essere quello di tagliare. I pronto soccorso sono al collasso, i posti letto dimezzati, e il numero chiuso a medicina ha creato una voragine di personale in corsia”.
Di fronte a questo scenario, il Codacons sta cercando soluzioni di emergenza: “Stiamo stringendo convenzioni con strutture e medici privati per ottenere sconti per gli utenti – spiega Petrone –. E ricordiamo che le spese per cure private, in presenza di liste d’attesa infinite, possono essere rimborsate dalla Regione. Ma il paziente deve anticipare i costi, e non tutti possono permetterselo”.
Cibo avariato a Catania: “Serve la gogna pubblica”
Il Codacons si è schierato duramente anche sul fronte sicurezza alimentare, dopo che un controllo interforze a Catania (zona Piazza Europa) ha portato al sequestro di 190 chili di cibo scaduto, ammuffito o non tracciabile.
“Siamo per il pubblico ludibrio”, dichiara senza giri di parole Petrone. “Bisogna pubblicare nomi e cognomi dei locali che attentano alla salute pubblica. I cittadini hanno il diritto di sapere dove sono stati riscontrati fatti così gravi. Davanti a certe situazioni, la privacy non ha senso”.
Il Codacons ha proposto che sia istituito un registro pubblico dei locali sanzionati, accessibile a tutti, per garantire trasparenza e tutela.
“Abbiamo solo due armi: la giustizia e l’opinione pubblica”
Alla domanda su quali azioni concrete intenda intraprendere l’associazione, Petrone è chiaro. “Non abbiamo strumenti amministrativi – dice -. Possiamo solo rivolgerci alla magistratura e sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica. Ma continueremo a farlo con forza, finché chi governa non sentirà il dovere di rispondere ai cittadini”.
Codacons Sicilia alza la voce e chiede una svolta radicale nella gestione dei servizi pubblici fondamentali. Ambiente, sanità e sicurezza non possono più essere lasciati all’improvvisazione. Le istituzioni ascolteranno il grido d’allarme? Il coordinamento per la tutela dei consumatori spera di sì.

