Endometriosi, diagnosi con otto anni di ritardo medio - QdS

Endometriosi, diagnosi con otto anni di ritardo medio

redazione

Endometriosi, diagnosi con otto anni di ritardo medio

domenica 14 Marzo 2021

Soltanto in Italia le donne affette da questa patologia sono ben tre milioni. Sabato venti marzo un webinar della Fondazione nazionale in occasione del mese della prevenzione

ROMA – In Italia sono 3 milioni le donne affette da endometriosi, circa 200 milioni nei Paesi occidentali. La malattia comincia a crescere dopo il menarca e già in adolescenza si manifestano i primi disturbi: i due terzi delle pazienti hanno iniziato a soffrirne prima dei 20 anni, mentre tra i 20 e i 35 anni insorgono i sintomi maggiori, dolori pelvici, anche devastanti, soprattutto nella fase del ciclo e dell’ovulazione, stanchezza fisica cronica, fino ad amnesie e disturbi di attenzione. Inoltre la presenza della malattia nella pelvi provoca spesso infertilità: il 40% delle donne con endometriosi ha problemi nel procreare. E sulla diagnosi di endometriosi ad oggi grava un ritardo medio di 8-9 anni, con conseguenze in termini di sofferenze prolungate per le pazienti.è quanto emerge dalla II Convention ufficiale della Fondazione italiana Endometriosi, organizzata, in modalità webinar, il 20 marzo, a partire dalle 14.30, in occasione del mese dell’endometriosi, per sensibilizzare sulla patologia e diffonderne maggiormente la conoscenza.

“L’endometriosi è la presenza di endometrio al di fuori della cavità uterina, normalmente nella pelvi, ma purtroppo ad oggi non esistono cure mediche – spiega Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione Italiana Endometriosi – si possono combattere i sintomi con terapie ormonali, alimentazione antinfiammatoria e integratori che, riducendo infiammazione e dolori, incidono sulla percentuale di crescita della malattia. E in questo senso un ruolo importante lo gioca la diagnosi precoce: non bisogna infatti trascurare l’impatto fisico, emotivo e relazionale della malattia che si ripercuote sul lavoro e nei rapporti sociali e con il partner. Per questo la Fondazione nell’ambito dell’attività di ricerca, supporto e informazione, persegue l’obiettivo di sostenere le donne nel loro percorso di cura, promuovere studi e aumentare la conoscenza sulla malattia per rendere l’endometriosi di pari dignità rispetto alle altre malattie sociali, e ridurre le differenze tra le malattie croniche e di genere”.

“La Fondazione è attivamente impegnata nella ricerca sull’endometriosi da oltre dodici anni – osserva ancora Alfonso Baldi, direttore scientifico della Fondazione italiana endometriosi – Importanti risultati sono stati raggiunti sulla patogenesi, sulla diagnosi e sulla terapia della malattia con numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. In particolare, gli studi della Fondazione hanno generato le prime evidenza scientifiche sull’origine embrionale della malattia, confermate poi da altri gruppi di ricerca, ribaltando la visione sulla patogenesi. “.

Ma oltre alle novità in campo scientifico un nuovo strumento di assistenza messo a punto dalla Fondazione Italiana Endometriosi è costituito dalla Community, nata su Facebook nel 2018, e che ad oggi conta oltre 30 mila iscritti, affermandosi come la più grande community per la malattia al mondo, un luogo virtuale in cui le donne possono confrontarsi, chiedere informazioni e sciogliere i propri dubbi.

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