Il clima mite, la tipologia edilizia prevalente, la preferenza culturale per l’autonomia gestionale: sono tutte caratteristiche che disegnano il profilo energetico domestico siciliano, marcatamente distinto rispetto alle regioni del Nord e del Centro Italia. I dati Istat sui consumi energetici delle famiglie italiane per l’anno 2024 offrono uno spaccato fondamentale sulle abitudini e le scelte infrastrutturali regionali in materia di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. Solo il 2,3% delle famiglie siciliane si affida a un impianto di riscaldamento centralizzato. Questo è un valore estremamente basso, il secondo più basso in Italia, dietro soltanto alla Calabria, all’1,5%.
Perché non va di moda il riscaldamento centralizzato
La scarsa diffusione del centralizzato può essere attribuita a diversi fattori: la prevalenza di edifici unifamiliari o di piccole palazzine rispetto ai grandi condomini del Nord, la datazione degli immobili, che contanto pochi palazzi costruiti nel boom economico con impianti centralizzati standard e, soprattutto, una forte inclinazione dei residenti a gestire in modo indipendente i propri consumi e le accensioni.
La percentuale è estremamente bassa rispetto al resto della penisola, che in media vede il 15,4% delle famiglie dotate di impianto centralizzato, con il Nord al 23,4% e il Nord Est in particolare al 30,1%. In Sicilia è molto alta anche la percentuale di famiglie che utilizzano apparecchi singoli, che siano fissi o portatili: si arriva al 60,9%, mentre nel resto della penisola ci si ferma al 44,8%. In particolare, sono diffuse stufe e caminetti a legna o pellet, che integrano o sostituiscono parzialmente la caldaia, alimentati anche dalla disponibilità locale di biomasse.
Soluzioni a basso consumo
Si utilizzano anche pompe di calore o split, soluzioni a basso consumo che, nel clima siciliano, spesso sono sufficienti per coprire il limitato fabbisogno termico invernale, risultando più economiche e flessibili di un sistema idraulico tradizionale. In ultimo, i sistemi elettrici portatili, utilizzati per riscaldare in modo circoscritto e temporaneo. Le scelte espresse rappresentano la soluzione primaria o prevalente di riscaldamento, grazie a temperature medie invernali che non richiedono l’uso intensivo o prolungato di un impianto principale. Anche per l’acqua calda si ripete lo stesso trend. Solo lo 0,5% delle famiglie sono dotate di impianto centralizzato, contro il 7,3% italiano, mentre il 37,3% utilizzano apparecchi singoli, come i classici scaldabagni, contro il 15,5% del resto del Paese.
La diffusione del solare termico
In misura sempre crescente in un’area ad alta insolazione come la Sicilia, vengono installati pannelli solari termici dedicati esclusivamente all’acqua calda sanitaria. La combinazione di un alto tasso di autonomia e un significativo ricorso a sistemi singoli, che spesso coesistono, con il solare termico che affianca lo scaldabagno o la caldaia, sottolinea la ricerca di soluzioni energetiche più semplici, immediate e a minor impatto economico, particolarmente adatte a un contesto climatico in cui il fabbisogno energetico annuale non è dominato dal riscaldamento degli ambienti. I numeri della Sicilia acquistano pieno significato quando confrontati con il panorama nazionale, rivelando una profonda dicotomia tra Nord e Sud Italia che va oltre la semplice latitudine. Da una parte, le esigenze termiche nelle regioni del Nord sono più elevate e prolungate, rendendo storicamente più efficiente, o obbligatoria per legge in alcuni contesti, la soluzione centralizzata.
Al Nord altri usi
Nelle grandi città settentrionali, come Torino o Milano, la densità abitativa e la preponderanza di condomini costruiti negli anni ’60 e ’70 hanno favorito l’adozione di impianti centralizzati. Al contrario, nel Nord, i sistemi autonomi hanno funzione quasi esclusivamente integrativa o d’emergenza. Le basse temperature, infatti, richiedono un sistema primario potente. L’indipendenza energetica siciliana rappresenta una sfida per il futuro. L’alta diffusione di impianti autonomi e l’uso significativo di sistemi specifici, che a volte possono essere vecchi scaldabagni elettrici o stufe datate, sollevano questioni di efficienza.
La Sicilia con il grande alleato: il sole
Sebbene l’uso di pompe di calore moderne o di solare termico rappresenti un passo verso la sostenibilità, l’enorme parco di caldaie autonome richiederà un massiccio piano di riqualificazione verso l’uso di pompe di calore elettriche ad alta efficienza o di caldaie a condensazione, per ridurre la dipendenza dal gas metano. Il clima mite è un vantaggio strutturale. La Sicilia ha il potenziale, unico in Italia, per minimizzare l’uso di combustibili fossili nel settore residenziale, puntando sull’elettrificazione dei consumi termici e sfruttando appieno la sua risorsa solare sia per l’acqua calda sanitaria che per la produzione elettrica attraverso il fotovoltaico.

