Focus sul Bilancio di sostenibilità di Eni: il percorso verso una transizione energetica giusta
Negli ultimi anni, la sostenibilità ha assunto un ruolo centrale nel dibattito globale, influenzando governi, imprese e cittadini. Questo concetto non si limita alla tutela ambientale, ma coinvolge anche gli aspetti economici e sociali, mirando a un modello di sviluppo capace di soddisfare le necessità attuali senza compromettere il futuro delle generazioni future. La transizione energetica rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per innovare i processi produttivi. Molte aziende stanno investendo in nuove tecnologie per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la propria responsabilità sociale.
Chi è Eni?
Nasce nel 1953 come Ente nazionale idrocarburi, guidato da Enrico Mattei, con l’obiettivo di riorganizzare la politica energetica italiana. Oggi Eni è una global energy tech company, una società integrata dell’energia, presente in 62 Paesi, con oltre 30.000 dipendenti. Nel 2023, Eni si posiziona all’81º posto nella classifica Forbes Global 2000 e al 61º in quella di Fortune 500 sul fatturato. L’azienda è attualmente guidata dal Presidente Giuseppe Zafarana e da Claudio Descalzi, Amministratore Delegato. Cos’è il bilancio di sostenibilità? Il bilancio di sostenibilità, noto anche come bilancio ESG, raccoglie informazioni sugli impatti ambientali, sociali ed economici di un’azienda. A differenza della Dichiarazione non finanziaria, che è obbligatoria per legge, il bilancio di sostenibilità è volontario e viene utilizzato per definire obiettivi di lungo periodo, coinvolgendo attivamente gli stakeholder. Per Eni, questo documento rappresenta uno strumento strategico che consente di sviluppare politiche mirate alla riduzione dell’impatto ambientale e al miglioramento della reputazione aziendale e a raccontare i traguardi raggiunti.
Eni e l’Agenda 2030 dell’Onu
Il report “Eni for” racconta il legame tra la mission aziendale e i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, una serie di impegni definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), offrendo una panoramica sulle iniziative e sui progetti avviati sia in Italia che nel mondo. L’azienda ha fissato traguardi ambiziosi per la transizione energetica e la neutralità carbonica, con l’obiettivo di raggiungere la “Net Zero” entro il 2050. Per perseguire questa missione, Eni si basa su tre pilastri fondamentali: la neutralità carbonica, l’eccellenza operativa e la creazione di alleanze per lo sviluppo sostenibile.
Dal 2018 al 2023 Eni ha implementato azioni che hanno permesso di registrare progressi significativi per la riduzione delle emissioni nette di gas serra così come quelle di metano del settore upstream. Parallelamente, la capacità di generazione installata da fonti rinnovabili ha raggiunto i 3,1 GW mentre la capacità di bioraffinazione è in aumento grazie all’acquisizione della partecipazione del 50% nella bioraffineria di Chalmette negli Stati Uniti. La produzione di biocarburanti è in aumento beneficiando del contributo della bioraffineria di Chalmette e dei maggiori volumi lavorati presso la bioraffineria di Gela. L’azienda ha inoltre generato un valore economico di 95,6 miliardi di euro, distribuito principalmente tra costi operativi, contributi alla pubblica amministrazione e salari. Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno raggiunto i 166 milioni di euro, con una particolare attenzione alla decarbonizzazione e alle energie rinnovabili. Un impegno costante che si traduce in un portafoglio di brevetti in continua espansione e in oltre 800 collaborazioni attive con università e centri di ricerca.
La strada verso la completa sostenibilità energetica è ancora lunga
Nonostante i progressi compiuti, la strada verso la completa sostenibilità energetica è ancora lunga e impegnativa. Tra gli obiettivi futuri di Eni, uno dei più ambiziosi è l’eliminazione totale del flaring di routine entro il 2025, un passo cruciale per ridurre le emissioni di gas serra. Un altro fronte su cui l’azienda sta lavorando è lo sviluppo delle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2, con l’obiettivo di abbattere significativamente l’impronta carbonica delle proprie attività. Un ruolo centrale verrà svolto anche dai biocarburanti idrogenati avanzati e dall’idrogeno, elemento chiave nella transizione verso un modello energetico più sostenibile.
Tuttavia, una delle sfide più complesse resta la riduzione delle emissioni indirette (Scope 3), che rappresentano ancora un nodo critico per l’intero settore energetico. La transizione ecologica richiede quindi un impegno a tutto campo, che includa sia l’adozione di tecnologie innovative che il rafforzamento delle collaborazioni con partner strategici e istituzioni. Il futuro dell’energia sostenibile dipenderà molto dalla capacità delle grandi aziende di trasformare le proprie attività in chiave ecologica senza compromettere la competitività economica.
Eni continua a investire in questa direzione, consapevole che il percorso sarà lungo e complesso, ma anche ricco di opportunità. La transizione energetica non è solo una necessità, ma una sfida che potrebbe ridefinire l’intero assetto del settore, spingendo verso un futuro più sostenibile per l’ambiente e per le prossime generazioni.
Stefano Barbagallo, Eesha Yerkiah, Alice Gampalage, Giada Urzì, Gioele Slimani, Flavia Bruno
Liceo statale Lombardo Radice di Catania