Due posizioni opposte rispetto alle ultime decisioni assunte dall’Assemblea territoriale idrica ennese: quella del sindaco del capoluogo, Dipietro, e del collega piazzese, Cammarata
ENNA – Una vittoria per qualcuno, una scelta sbagliata e addirittura alla lunga controproducente per altri. La gestione del servizio idrico e i suoi costi sul territorio ennese continuano a restare sotto i riflettori, con gli stessi amministratori del territorio che hanno espresso giudizi differenti sulle più recenti decisioni assunte dall’Assemblea territoriale idrica.
Fra chi ha salutato positivamente le ultime novità c’è stato il sindaco del capoluogo Maurizio Dipietro, il quale ha giudicato una vittoria il ridimensionamento dei costi approvato nei giorni scorsi. “Su mia proposta – ha detto – l’Assemblea territoriale idrica di Enna ha approvato la riduzione della tariffa del servizio idrico pari al 2,9% per l’anno 2020 (che genererà un conguaglio in favore degli utenti) e del 5% per il 2021 e il 2022”.
“Per la prima volta nel corso degli ultimi sedici anni di gestione privata dell’acqua in provincia di Enna – ha aggiunto – il costo a carico degli utenti non soltanto non aumenta, ma addirittura diminuisce in modo sostanziale. Infatti, se si considera che la proposta del gestore prevedeva un aumento del 7%, la diminuzione risulta essere pari al 12%”.
“Un primo passo importante – ha sottolineato il primo cittadino ennese – che rappresenta un approdo ma anche un’ottima base di partenza in vista della revisione del Piano d’ambito, che porterà a un’altra notevole riduzione della quota di investimenti a carico dei cittadini e, quindi, a un’ulteriore riduzione delle tariffe”.
“Adesso che l’indirizzo è stato dato – ha concluso Dipietro – in termini numerici chiari e vincolanti, sono certo che l’Assemblea darà ancora prova di maturità politica trovando condivisione sulle opere da posticipare e su quelle eventualmente da accantonare”.
Come detto, però, non tutti hanno apprezzato quanto stabilito dall’Ati e tra questi c’è il sindaco di Piazza Armerina, Nino Cammarata il quale ha espresso a chiare lettere il proprio disappunto. “Il taglio del 5% – ha spiegato – non soltanto rischia di essere inutile, ma certamente dannoso per la nostra comunità”.
“Bisogna andare oltre – ha concluso – con un maggiore intervento della Regione come avviene per altre province, che comporti una vera e maggiore riduzione delle tariffe e garantisca gli investimenti, strategici per le nostre comunità”.