Botte, minacce, aggressioni, telefonate notturne e appostamenti sotto casa dell'ex. Così Varriale finisce a processo e non può più avvicinarsi alla 61enne
Ad Enrico Varriale, il giornalista sportivo Rai detestato dai tifosi juventini, il divieto di avvicinamento e di comunicare con la ex compagna per la sua “personalità aggressiva e provocatoria, incapace di autocontrollo”. Questa le decisione del gip dopo la denuncia della donna per atti persecutori e lesioni personali.
Le accuse
L’ex compagna, imprenditrice 61enne, ha raccontato di essere stata picchiata, presa a schiaffi, insultata. E di ricevere telefonate nella notte, subire i suoi appostamenti sotto casa, anche nelle primissime ore del mattino. Il giornalista e conduttore Rai respinge le accuse.
La relazione e il momento di rottura
La relazione era cominciata un anno fa e lei si era trasferita a Roma per viverla “da vicino”. Dopo la vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra, qualcosa si sarebbe rotto. Soprattutto per lo stress dell’uomo che, entrato in contatto con un positivo al Covid, ha dovuto rinunciare all’occasione lavorativa ghiotta delle partite degli azzurri. E poi per il provvedimento disciplinare per il suo mancato rispetto della quarantena e la mancata conferma come direttore di Rai Sport.
Le aggressioni e lo stalking
Gelosia e scatti d’ira sarebbero sfociati addirittura in colluttazioni. Varriale avrebbe sbattuto la compagna contro il muro, l’avrebbe percossa, presa a calci fino a provocarle lesioni, mentre lei cercava di riappropriarsi del suo cellulare.
Lei si è recata al pronto soccorso – che avrebbe accertato la ferita lacero contusa al braccio sinistro, le ecchimosi alla mano sinistra, la tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, le abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in cinque giorni – e ha interrotto qualsiasi comunicazione con il giornalista.
Da quel momento in poi, Varriale avrebbe cominciato a perseguitare la donna con telefonate notturne, citofonate, appostamenti e messaggi insultati. Fino a spingere la donna alla denuncia. Il giudice ha motivato quanto disposto con le condotte reiterate di molestie e minacce che hanno portato la donna a vivere un grave stato d’ansia e paura, con attacchi di panico, fatica nella respirazione, tachicardia. E che l’hanno costretta ad alterare le sue abitudini quotidiane per timore per la propria incolumità.