Enti pubblici, stop a vendita e riaffitto - QdS

Enti pubblici, stop a vendita e riaffitto

Carlo Alberto Tregua

Enti pubblici, stop a vendita e riaffitto

giovedì 28 Luglio 2022

Lobbies palazzinari colpiscono

Una vicenda poco conosciuta e poco diffusa dai mezzi di informazione (stampati, radio-televisivi e social) riguarda l’enorme business degli immobili detenuti da enti pubblici oppure da gruppi privati che li affittano agli enti pubblici.
Si tratta di una vicenda scandalosa su cui vige il silenzio generale che noi tentiamo in qualche misura di squarciare.

Nel Paese, lo Stato e le altre istituzioni detengono immobili per circa quattrocento miliardi e contemporaneamente hanno preso in affitto immobili da gruppi privati per una cifra non quantificata, ma stimata intorno ai cento miliardi.

Più volte i vari governi hanno tentato di vendere gli immobili perché se, in teoria, si vendessero completamente, i quattrocento miliardi di incassi andrebbero a decurtare direttamente il debito, che vola intorno ai duemilaottocento miliardi.
I governi degli anni precedenti hanno anche costituito società per la vendita degli immobili pubblici, ma le loro azioni hanno fallito.


In qualche caso, come per esempio per l’Inps, vi sono state vendite di immobili, anche di pregio, però con la clausola che l’acquirente li riaffittasse allo stesso ente, con un rendimento intorno al sette/otto percento. Cosicché, nel giro di qualche decennio l’acquirente con i canoni di locazione avrebbe coperto il costo di acquisto e gli sarebbe rimasto l’immobile intonso.

La manovra di cui parliamo è stata ripetuta migliaia e migliaia di volte e viene continuamente ripetuta. È vero che quando un ente pubblico vende un immobile deve avere il parere dell’Agenzia del Territorio – oggi incorporata nell’Agenzia delle Entrate e Riscossione – ma è anche vero che in molte occasioni tale parere ha avuto carattere formale e non sostanziale, cioè di adeguamento alle cifre pattuite delle transazioni.

Il fenomeno di acquisto e riaffitto degli immobili è diffuso in tutto il Paese, ma è particolarmente concentrato a Roma ove vi sono forse decine di migliaia di unità immobiliari affittate dallo Stato e dalle Regioni e da altri enti pubblici, per i loro uffici di rappresentanza, a prezzi non certo calmierati.

Anche a Catania vi sono stati esempi del fenomeno citato, di gruppi imprenditoriali che hanno locato allo Stato a canoni talmente elevati che superavano le quote mensili di leasing. Cosicché, il simpatico giochetto si risolveva con l’acquisizione gratuita degli immobili perché, ripetiamo, le rate di leasing venivano ampiamente coperte dai canoni di locazione pagati dallo Stato.

Non si capisce quale sia la logica oggettiva dei governi nell’amministrazione dei quattrocento miliardi di immobili, se non favorire attraverso pressioni e, qualche volta atti corruttivi, gruppi di vario genere, anziché l’interesse generale, che è quello di spendere il meno possibile.
Anche in questo versante vi è ovviamente corruzione, ma è difficilmente identificabile per la semplice ragione che essa non è evidente, anzi i contratti di locazione appaiono regolari.


Vi è un’altra questione al riguardo e cioè le decine di migliaia di immobili e terreni confiscati alle organizzazioni criminali che sono sostanzialmente nelle disponibilità dello Stato.
È vero che vi è un’Agenzia che se ne dovrebbe occupare, ma dalle inchieste svolte e dalle informazioni acquisite la maggioranza di tali cespiti rimane senza destinazione.

Ve ne sono migliaia che potrebbero essere utilizzati per uffici pubblici nei livelli centrale, regionale e comunale, facendo risparmiare canoni elevati per altrettanti immobili affittati da privati.
Ora, intendiamoci, non è che scriviamo queste note contro l’iniziativa privata, ma contro chi specula e chi usa il potere per assorbire soldi pubblici, pagati faticosamente da cittadini e cittadine mediante le tasse.

Fare l’imprenditore significa produrre ricchezza, occupazione ed imposte, non attività parassitarie quale è quella della locazione ad un ente pubblico cui è imposto un canone a piacere del privato.
Nel nostro Paese parassiti ve ne sono tantissimi e sono coloro che succhiano il sangue di cittadini e cittadine. Andrebbero sterminati con il Ddt.

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