Istituzioni

Un risarcimento da oltre 52mila euro, condanna per l’ex sindaco di Riposto Enzo Caragliano

Oltre 52mila euro. È questa la somma che l’ex sindaco di Riposto, Enzo Caragliano, sarà chiamato a risarcire all’ente locale, guidato fino alla scorsa primavera, in seguito a una condanna della Corte dei Conti.

Il pronunciamento è arrivato nei mesi scorsi, ma la notizia si è diffusa soltanto nelle ultime ore.

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Le accuse all’ex sindaco Enzo Caragliano

A ritenere colpevole di danno erariale l’ex primo cittadino è stata la sezione giurisdizionale presieduta dalla giudice Anna Luisa Carra, sul cui tavolo è finita la vicenda riguardante l’affidamento, nel periodo che va da gennaio 2016 ad aprile 2019, di incarichi di esterni di natura economico-finanziaria ad Alfio Spinella, professionista 58enne che fino al 31 dicembre 2015 era stato responsabile dell’area finanziaria e tributaria del Comune in virtù di un contratto a tempo determinato.

“L’attività del signor Spinella – si legge nella sentenza – è consistita in concreto in forme di inammissibile sostituzione-sovrapposizione ai compiti del responsabile della competente struttura amministrativa del Comune”.

In sostanza, per i giudici Spinella sarebbe stato pagato per svolgere mansioni che sarebbero spettate ad altri dipendenti comunali e che sarebbero state in naturale continuità con quanto fatto dal professionista negli anni in cui era sotto contratto. A tale conclusione, la Corte è arrivata esaminando le determine firmate da Caragliano nel corso degli anni, esaminando le relazioni presentate da Spinella e ascoltando le testimonianze di alcuni componenti del personale degli uffici.

La reazione della sentenza

Sulla carta, gli incarichi a Spinella avrebbe potuto avere una giustificazione se riferiti a contributi diversi dalla attività gestionale interna all’area finanziaria-tributaria dell’ente. Così, però, non sarebbe stato: “Il riferimento ad attività di supporto al sindaco assume un valore del tutto residuale e apparente – ha sottolineato la Corte – con indicazione stereotipata relativa alla necessità di procedere alla modifica del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, di interloquire con il Ministero dell’Interno e con la Corte dei conti e di dovere applicar la disciplina in materia di armonizzazione contabile e di pareggio di bilancio”.

“Tali atti di nomina – si legge nella sentenza – rappresentano, difatti, un contenuto generico e onnicomprensivo, omettendo di individuare, se non in modo evanescente, le azioni per le quali il sindaco necessitava del supporto all’attività di indirizzo politico in materia economica e finanziaria”.

“Ogni scelta che ho fatto – dichiara Enzo Caragliano al Quotidiano di Sicilia – è stata soltanto il frutto della volontà di garantire all’ente un’adeguata attenzione in materia finanziaria. Ritenevo che affidare a Spinella quegli incarichi potesse fare gli interessi esclusivi della collettività e – a dimostrazione di ciò – c’è il fatto che Riposto è uno dei pochi Comuni del comprensorio che non hanno rischiato il dissesto”.

A fine 2022, la Procura regionale della Corte dei conti aveva chiamato in giudizio, oltre a Caragliano, anche lo stesso Spinella e i due dipendenti comunali titolari di posizione organizzativa Santo Alberto Patanè e Salvatore Puglisi. Nel complesso il danno erariale ipotizzato superava i 112mila euro. La Corte, però, ha rigettato le domande di responsabilità amministrativa per tutti, a eccezione dell’ex sindaco.