Il vento di scirocco soffia forte sulla calda estate delle Eolie, ma le Isole non sono più piene come un tempo. A frenare il turismo ci pensa infatti il caro biglietti, almeno secondo molti degli operatori locali che durante i mesi estivi erano soliti fare affari d’oro.
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Partire da Milazzo, unico vero punto d’accesso stabile per l’arcipelago, non è affare da poco. Un biglietto di sola andata per un passeggero costa in media 20 euro. Se si viaggia in coppia, andata e ritorno fanno già 80 euro. A questi costi si aggiungono quelli eventuali per trasportare mezzi propri: si va dai 30 ai 50 euro per scooter e motociclette, fino a 70-100 euro per le automobili. In alta stagione, il totale lievita ancora. Un salasso, soprattutto per chi intende passare solo un weekend al mare, seppur in scenari da favola.
I numeri in calo: via i turisti “di prossimità”
Il fenomeno non riguarda tanto i flussi di lunga permanenza — anzi, a luglio si nota un timido aumento di turisti stanziali — quanto piuttosto i visitatori di prossimità: famiglie del Messinese, giovani dal Catanese, gruppi di amici che fino a qualche anno fa salivano sull’aliscafo il venerdì per tornare la domenica sera.
“Erano loro a tenere vivo il commercio – racconta un ristoratore di Vulcano – mangiavano fuori, compravano souvenir, facevano girare l’economia anche fuori dai picchi di Ferragosto. Ora non li vediamo quasi più”. Secondo gli operatori, l’aumento dei costi nel triennio 2022-2024 ha superato il 60%. Un dato che spiega molto: se raggiungere le Eolie è diventato costoso quanto una mini vacanza all’estero, la scelta cambia.
Danilo Conti: “Allarmismo mediatico, i problemi sono altri”
Ma non tutti concordano sulla lettura dominante. Danilo Conti, presidente del Comitato Eolie 20-30, invita alla prudenza. Per lui il tema del “caro aliscafi” è gonfiato come ogni anno. “Gli aumenti dei trasporti non sono un fatto recente, sono successivi al 2022”, sottolinea.
“Oggi le tariffe sono identiche a quelle dello scorso anno, l’incremento del 10% è stato scongiurato. Mi sembra si stia costruendo una campagna mediatica denigratoria nei confronti del territorio, con articoli sensazionalistici sulla qualità dei servizi, sul pesce avariato o i crolli delle coste”.
Secondo il presidente del Comitato, il focus andrebbe spostato sul miglioramento della “gestione dei rifiuti”, che “è al collasso” e nei confronti della “crisi idrica senza precedenti”. Bisognerebbe “investire nella cultura del sorriso, nel rapporto qualità-prezzo nei ristoranti, nella trasparenza tra ciò che si scrive nel menù e quello che si porta a tavola”.
Un’autocritica dura, ma non isolata. Anche tra gli imprenditori locali c’è chi riconosce che l’offerta delle Eolie non è più al passo con le aspettative. “Non possiamo vivere solo di bellezza naturale, servono anche servizi che le istituzioni devono fornire in maniera adeguata”, spiega un albergatore dell’arcipelago che preferisce mantenere l’anonimato.
Tra i problemi evidenziati dal Comitato, anche la cancellazione dell’intrattenimento notturno. “Non parliamo solo dei ragazzini scalmanati. Qui si è spento tutto: un quarantenne oggi non può ascoltare un po’ di musica dal vivo. Non ci sono eventi, non c’è programmazione, non c’è nulla che attragga chi vuole passare un weekend allegro. E ci si sposta a Salina, dove le regole sono diverse”.
Al centro delle critiche, l’idea di turismo sostenibile portata avanti dall’amministrazione di Lipari. Il sindaco parla spesso di overtourism e sostiene un modello “uno a uno”: un turista per ogni residente. Ma secondo Conti questa impostazione è un suicidio economico. “Così facendo si impoverisce il territorio. La vita socioeconomica diventa insostenibile”.
“Vediamo negozi che chiudono, giovani che se ne vanno, attività in difficoltà. Non credo che questo sia il futuro che vogliamo. Non vogliamo rave party, certo – conclude Conti – ma serve un equilibrio. Serve controllo, non repressione. Se perdiamo l’estate, perdiamo tutto”. E il mare, per quanto bello, da solo non basta più.

