Avviata una sperimentazione per ridurre i rischi legati all'uso di reti da parte dei pescatori. La storia di Egidio, figlio di Serengna, e di Andrea e Filippa. E l'ipotesi di un prossimo lieto evento
Con l’arrivo della bella stagione riparte il monitoraggio delle popolazioni di delfini che vivono nell’arcipelago eoliano.
L’iniziativa è portata avanti dall’associazione “Filicudi Wildlife Conservation” presieduta dalla biologa romana Monica Blasi.
“Interessa – ha spiegato la studiosa – il tursiope (Tursiops truncatus) e la stenella striata, (Stenella coeruleoalba), insieme alla sperimentazione di strumenti di mitigazione, condotta con i pescatori, per ridurre le interazioni tra delfini e pesca nell’ambito del progetto LifeDelfi”.
Dall’analisi dei dati foto identificativi emerge la presenza di un tursiope, chiamato Egidio, un maschio, nato nel 2007, figlio di una delle poche femmine riproduttive di tursiope presenti nell’area eoliana, la delfina Seregna.
“Questo tursiope – ha aggiunto Monica Blasi – che monitoriamo sin dalla nascita è ormai divenuto un adulto. Le immagini di questi ultimi giorni riportano una pinna molto più marcata dai segni dovuti probabilmente sia a fattori naturali, come morsi e graffi dovuti ai combattimenti con altri maschi e alle interazioni sociali, ma anche di tipo antropico come l’interazione con le reti”.
“Siamo molto felici – ha sottolineato – di avere avvistato Egidio in vicinanza di altre due femmine di tursiope adulte, Andrea e Filippa. Ci avviciniamo al periodo riproduttivo per questa specie e chissà se una delle due porterà in grembo un suo futuro piccolo. La gestazione per questa specie dura dodici mesi, per cui lo scopriremo solo continuando a studiare questa popolazione nella speranza di avvistare nuovi piccoli nella prossima stagione estiva”.