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Epifania politica

Michele Ainis, costituzionalista siciliano, riferisce che in Italia, oggi, vi sono più di 76.000 Presidenti, la più parte dei quali continua a mantenere il titolo ac perinde cadaver. E che appare inspiegabile che di uno di questi -quello della Repubblica – se ne parli da tanto tempo ed a mo’ di possibile apocalisse.

In altri termini l’inquilino del Colle sarebbe “unus ex quibus” per il quale a norma dello art. 84 della Costituzione si richiede solo che sia “cittadino italiano che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici”: nulla su “che sappia leggere e scrivere”. Deve essercene stata qualche ragione!
A leggere gli atti della Costituente si ha la sensazione che non si volle disegnare una figura eccelsa e dopo lunga discussione prevalse quanto i due gruppi politici maggiori vollero: un ruolo che rappresentasse la nazione, mezzo papa e mezzo re, senza alcun potere di governo, con una nuance di notaro, staccato dalla partitocrazia, quasi a vita(sette anni), che evitasse strapotere alla magistratura (CSM), e giurasse “fedeltà alla Repubblica ed osservanza della Costituzione”. E ciò accadde perché il costituente aveva il fiato sul collo dei 10milioni e rotti di voti per la monarchia e la paura di un capo dello stato che ri-fascistizzasse il Paese.

Dopo 76 anni ci troviamo ad avere un parlamento squalificato: nel prossimo 345 membri in meno, impaurito di non avere il vitalizio che scatta solo sei mesi prima della fine naturale della legislatura, 210 parlamentari cambiata casacca alla faccia delle ideologie, 3 primi ministri non parlamentari, ma chiamati a cercare di far quadrare il cerchio. Il tutto aggravato da una pandemia con morti e feriti superiori a quelli di qualsiasi guerra vinta o persa ed una società egocentrica quale mai vista in passato.
In questa situazione aberrante e pericolosa i Grandi Elettori, chiamati a 9 giorni dalla scadenza dell’attuale Presidente per fine mandato, ad eleggere il successore del quale ad oggi non si sa se maschio o femmina, politico o meno, senescente o giovane, colto o fumettaro, di buon senso o meno. Ma tutti a dire che chiunque sia deve rappresentare l’unità d’Italia dalle Alpi a Capo Lilibeo.

Il Presidente della Camera ha fissato la prima riunione alle ore 15 del 24 Gennaio precisando che si procederà, per motivi sanitari, ad una sola “chiama” al giorno. Se entro il 3 Febbraio i grandi elettori (non sanno ancora il numero esatto!) non avranno eletto alcuno, poiché scade il mandato costituzionale (non “ruolo” come detto da Mattarella nel discorso di fine d’anno), sarà la Casellati, Presidente del Senato, ad esercitare la funzione di Presidente provvisorio fino alla elezione del 13° della serie iniziata da De Nicola.
Si comincia male. E chi mal comincia non è a metà dell’opera. Ma, si e no, dell’operetta.